Fred Astaire e Ginger Rogers mal si sopportavano. Uno stile inconfondibile di arte ed eleganza
Mi ricordo che quando ero piccola, trascorrevo i pomeriggi da mia nonna, che amava guardare su Rete 4 i film “dei suoi tempi”.
E’ in quelle occasioni che ho visto per la prima volta Fred Astaire e Ginger Rogers.
Stile, eleganza, volavano leggiadri come i protagonisti delle fiabe che, sempre la mitica nonna, mi leggeva. Lui, il bel principe e lei dagli abiti meravigliosi che coronava il suo sogno.
Scoprire che la coppia, che danzava quel “Cheek to Cheek” in modo impeccabile, non si sopportava per niente, ha fatto crollare i miei sogni di bambina.
Gli affiatati Fred Astaire e Ginger Rogers erano tali solo per le scene e mal si soffrivano nella vita reale.
Motivo?
A Ginger Rogers non piaceva che Fred fosse pignolo fino allo sfinimento e perfezionista a tal punto che nulla andava mai bene.
Quando i due si conobbero, Fred Astaire, nome d’arte di Frederick Austerlitz, era già un acclamato ballerino e soprattutto era l’indiscusso maestro di quell’arte unica che nacque con lui: il tip-tap
E’ alla madre che deve il cambio di cognome, in quanto riteneva che il nome di una battaglia non fosse di buon auspicio per i figli, iscritti all’Alviene Master School dell’Accademia di Teatro e delle Arti culturali di New York.
Sia Fred che la sorella Adele, infatti, mostrarono subito attitudine per la danza, tanto da iniziare presto la loro carriera. Insieme, i fratelli Fred e Adele Astaire debuttarono a Broadway nel 1917. Fu un successo.
Ma quando Adele decise di sposarsi nel 1932 e abbandonare le scene, sembrava realizzarsi il desiderio di Fred, ormai conosciuto al grande pubblico: continuare da solo la carriera nel cinema.
Sarà per questa ragione che mal sopportava Ginger Rogers?
E’ proprio nel 1933 che il suo nome è accostato per la prima volta a quello di Ginger Rogers per la commedia musicale “Carioca”.
Sebbene lavorò anche nel film “La danza di Venere” con Joan Crawford e Clark Gable, da quell’anno il suo nome fu associato a quello di Ginger Rogers.
Nel libro scritto da Joseph Epstein emerge la figura di Fred Astaire perfezionista, che avrebbe voluto continuare da solo, tanto da scrivere, in una lettera piccata al suo agente Leland Howard : “Che cos’è tutto questo vociare, di mettermi in coppia con Ginger Rogers? Non andrò in scena con lei, né con nessun’altra di queste “regine” del grande schermo, a costo di rinunciare al cinema”.
Era il 1934 e di lì a poco avrebbe girato con la Rogers “Cerco il mio amore”.
Non essendoci all’epoca i social e facendo prevalere sempre l’etichetta e il bon ton, le scaramucce tra i due rimasero solo dei pettegolezzi sussurrati e ben celati. Sul set, classe e sintonia che i due artisti mantennero per dieci film.
Oltre a Ginger Rogers, Fred Astaire ballò anche con Rita Hayworth, Judy Garland e Audrey Hepburn in Cenerentola a Parigi nel 1957.
E poi ancora, come attore ne “L’ultima spiaggia” nel 1959 accanto ad Ava Gardner e Gregory Peck e ne “L’affittacamere” nel 1962, con Jack Lemmon e Kim Novak.
Seguirono altri film, come “Sulle ali dell’arcobaleno” di Francis Ford Coppola, ma il suo nome fu sempre legato al celebre duo.
Sembra che anche la prima moglie, Phyllis Livingston Potter, che Fred Astaire sposò nel 1933 e che morì nel 1954, all’età di 46 anni, per un cancro ai polmoni, mal sopportava Ginger Rogers.
Non per gelosia, ma proprio per quell’antipatia di riflesso che il marito nutriva per la sua compagna storica di scena.
Fred Astaire e Ginger Rogers erano maestri di cortesia, seppure formale, sul set, ma anche, evidentemente di grossi bocconi amari ingoiati in silenzio.
Ginger Rogers vinse l’Oscar come migliore attrice per “Kitty Foyle, ragazza innamorata” di Sam Wood, nel 1940. Dovettero passare dieci anni prima che anche Fred Astaire ottenne il medesimo premio come riconoscimento alla carriera.
Competizione o solo antipatia?
Per il ballo de “Il Cappello a cilindro” Fred Astaire non perse occasione per criticare il vestito di penne di struzzo blu della Rogers. “Un gallo” diceva e per giorni fece allusioni sul fatto che vi fossero penne di pollo aggredito da un coyote, per tutto il set.
Sorrisi a denti stressi e sintonia nelle coreografie, nonostante le scaramucce nei camerini.
Quante avrebbero resistito?
La storia dei due ballerini più ammirati di Hollywood, i cui numeri sono ancora oggi popolarissimi e meravigliosi, ci insegna un modo di fare arte che oggi non conosciamo più, perché tutto viene esposto senza filtri nelle vetrine virtuali dei social.
Fred Astaire e Ginger Rogers erano umani, come tutti noi, non si amavano e non erano in feeling , eppure il loro stile era (è) impeccabile e nulla trapelò sulla loro poca affinità caratteriale.
Un grande esempio di professionalità e di discrezione.
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