Siamo stati alla prima di un capostipite del musical mondiale!
A Chorus Line è un musical concepito, diretto e coreografato da Michael Bennett, con le musiche di Marvin Hamlisch e i testi di Edward Kleban. Il libretto è di James Kirkwood Jr e Nicholas Dante. Lo spettacolo così come lo conosciamo, nasce da un workshop durante il quale molti performer di Broadway, otto dei quali entrarono poi a far parte del cast originale, raccontarono le loro storie. La regia e l’adattamento italiani sono di Chiara Noschese, mentre le coreografie di Fabrizio Angelini. Il cast tecnico comprende anche Andrea Caladrini alla direzione musicale, Nadia Scherani come assistente alla regia, a Lele Moreschi sono affidate le scene e a Francesco Vignati il disegno Luci.
Sul palco conosciamo Zach, un regista che ha l’arduo compito di selezionare otto ballerini di fila e li sceglie mettendoli alla prova, chiedendo loro di raccontare la loro storia, i loro sogni, le loro speranze e le loro vite.
Segnaliamo la bella iniziativa del teatro nazionale che ha fatto accogliere gli spettatori dagli allievi della Musical Academy Milano in tenuta da audizione.
Si vota!
Titolo: Non c’è dubbio che sia uno spettacolo difficile da portare in scena: non solo per il livello tecnico richiesto, ma anche per le altissime aspettative che il titolo porta con sé. A Chorus Line ricevette nel 1975 dodici nomination per i Tony Award, vincendone 9 tra cui miglior musical, miglior libretto, migliori musiche e miglior coreografo. Vinse anche il premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1976. Voto: 8,5/10
Regia: Un Chorus 2.0 quello della bravissima Chiara Noschese che seppur mantenendo e rispettando la tradizione, opta per scelte nuove come il finale argentato. È uno spettacolo complesso da mettere in scena, non è facile riuscire ad equilibrare i momenti ritmati ed energici con quelli più lenti e statici dei monologhi personali, ma lo spettacolo scivola bene, anche nei punti più critici dove lo spettatore potrebbe annoiarsi. Voto: 8,5/10
Cast: Chiediamo scusa, ma qui ci dilungheremo un po’. Il riconoscimento più grande va a chi ha selezionato questo cast. In scena un gruppo fortissimo e completo. Cantano, ballano, recitano senza fermarsi mai! Partiamo un performer che ad ogni suo spettacolo mette sempre tutto se stesso senza risparmiarsi: Riccardo Sinisi (Paul), che questa volta eccelle ancor più nella parte attoriale che nella danza (e nelle coreografie è stato pazzesco, quindi immaginate voi il resto). Il suo monologo è forse il più difficile di tutti e si è portato a casa una strepitosa interpretazione. Passiamo ora a Roberta Miolla e Chiara Di Loreto (Cassie e Diana) le quali dimostrano di essere delle performer valide, con doti interpretative senza uguali. Nota di merito per i bravissimi Giorgio Camandona e Andrea Spata (Bobby e Mike) molto convincenti nei loro rispettivi ruoli oltre che confermare il loro essere completi. Martina Lunghi mette sempre la sua esilarante ironia nei personaggi che interpreta e a noi piace così! Insieme a loro troviamo altri talenti, che non menzionarli sarebbe veramente ingiusto: Giuseppe Verzicco (Al) , Samuele Cavallo (Don), Giulio Benvenuti (Greg), Yuri Pascale Langer (Mark) Pierluigi Lima (Richie), Giulia Gerola (Bebe), Claudia Magnini (Connie), Margherita Toso (Judy), Serena Olmi (Kristine), Gea Andreotti (Maggie), Floriana Monici (Sheila), Federica Basso (Vicki), Ivana Mannone (Tricia), Noemi Marta Nazzecone (Lois), Angelo Di Figlia (Frank), Ilario Castagnola (Roy) e Giuseppe Galizia (Butch). Per chiudere infine con Salvatore Palombi e Federico Colonnelli (Zach e Larry), a loro il difficile ruolo dei selezionatori e si dimostrano più che all’altezza. Voto: 9/10
Coreografie: Fabrizio Angelini mette sul palco un lavoro curato nei minimi particolari, dalle dita che tengono il cappellino, alla posizione fissa della Line. Le coreografie sono senz’altro difficilissime, ma eseguite alla perfezione da un cast veramente forte! Voto: 8/10
Scenografie, Luci e Costumi: Svolgendosi tutto in una sala prove, le scenografie sono inesistenti, eccezion fatta per i grandi specchi. C’è un grande uso dell’occhio di bue per mettere in risalto i ragazzi che di volta in volta si presentano, ma il finale sorprende con le luci sul fondo che aiutano a far risaltare i nuovi costumi argentati, i quali sostituiscono l’oro originale. La scelta è sicuramente coraggiosa ed ha un suo perché, dà un tocco di novità in un gran finale che è forse uno dei numeri più famosi nella storia del musical! Voto: 7,5/10
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