“P come Penelope”
dal 21 al 24 novembre 2024
di e con Paola Fresa
in collaborazione con Christian Di Domenico
supervisione registica Emiliano Bronzino
scene e costumi Federica Parolini
luci Paolo Casati
regista assistente Ornella Matranga
produzione Accademia Perduta-Romagna Teatri / Fondazione TRG di Torino
in collaborazione con Officina Corvetto Festival / TRAC (Teatri di Residenza Artistica Contemporanea) / KanterStrasse / Dialoghi_Residenze delle arti performative a Villa Manin a cura del CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia
Premio Enriquez 2024 a Paola Fresa come miglior attrice e autrice nella categoria teatro classico e contemporaneo
Penelope è emblema dell’attesa
Aspetta Ulisse, sposo ed eroe, partito vent’anni prima per una guerra dalla quale tutti gli altri Achei hanno fatto ritorno.
Perso nel mar Mediterraneo, naufrago su diversi lidi per volere di Poseidone, Ulisse è protagonista leggendario di una narrazione che attraversa i secoli.
Penelope invece la guerra ce l’ha in casa: sola al comando di Itaca, assediata da pretendenti che rappresentano una minaccia per suo figlio.
Attende e sopporta, si oppone al potere maschile con i mezzi che il suo tempo le offre, contrapponendo all’arroganza dei Proci la sua caparbietà femminile.
Nonostante questo, ben poco si conosce della sua vita, la sua storia personale è narrata da un punto di vista maschile, per lo più in relazione al suo ruolo di moglie e madre.
Dunque, chi è Penelope oggi?
Una donna che aspetta per anni un uomo che non sa dire se sia vivo o morto, di cui riceve nel tempo informazioni frammentarie, più vicine al “si dice” che alla realtà dei fatti.
Una madre che cresce da sola un figlio che, a sua volta, non ha mai conosciuto il padre e che, nutrito dal suo ricordo, si appresta a diventare un uomo.
Il processo drammaturgico parte quindi dall’etimologia del nome “Penelope”, anatraccola: questo è un esplicito riferimento a quell’episodio dell’infanzia del personaggio secondo cui la futura moglie di Ulisse fu vittima di un tentativo di affogamento da parte del padre.
Nell’interpretazione che della vicenda nota si vuole dare, questo accadimento fa della nostra Penelope un personaggio traumatizzato.
In uno spazio chiuso, asettico, mettiamo sotto il microscopio l’iconica storia di Penelope
Cerchiamo così di restituire alla figura universale del mito il suo sguardo negato, quello della donna che l’ha subito-vissuto, riconoscendole una funzione attiva nella narrazione della sua vita.
La nostra P, bloccata in questo spazio, itera il suo fare e disfare la scena – come la Penelope omerica faceva e disfaceva la tela – raccontandosi, ricostruendo il suo passato e immaginando il suo futuro.
P ripercorre la sua esistenza segnata dal rapporto con il padre, trascorsa aspettando un uomo che non è mai tornato, interrotta per un figlio che, una volta cresciuto, ha scelto di non aspettare e di partire.
In una sorta di confronto tra le triadi dei ruoli maschili e femminili: padre, marito, figlio e madre, moglie, figlia.
La chiave ironica con cui affrontiamo queste tematiche universali, riporta immediatamente l’indagine intorno al mito al nostro vivere contemporaneo.
CI restituisce un’educazione sentimentale al femminile che vuole mettere al centro la ricerca della felicità.
Durata dello spettacolo: 55 minuti
da giovedì 21 novembre a domenica 24 novembre ore 19.30
Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45
Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita vivaticket. . I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.