Chicago Il Musical arriva al Teatro Nazionale di Milano, uno dei più grandi classici del Musical scritto da John Kander (musica), Fred Ebb (testi e libretto) e Bob Fosse (libretto, regia e coreografia).
Dopo 19 anni, torna in Italia, prodotta da Stage Entertainment e Matteo Forte, questa versione rivisitata del musical che ha incantato spettatori di tutto il mondo.
Questa versione italiana è diretta da Chiara Noschese che vediamo anche vestire i panni di Mama Morton, le coreografie invece portano la firma di Franco Miseria, mentre la direzione musicale è affidata al Mastro Andrea Calandrini.
Qui vi riporto le Note di Regia:
Me lo immagino violento, colorato, un’esplosione di eventi a tinte forti, in un mondo che è come un circo, un circo eccessivo e irriverente, privo di etica e carico di intrighi, dove la notorietà esplode quanto più estremo è il crimine…
“Chicago si incastra perfettamente in un’epoca come quella attuale: un’epoca in cui essere un caso e finire sulle prime pagine dei giornali o diventare virali nel web sembra la necessità primaria…
Uno specchio granguignolesco del nostro tempo.”
“Chicago” è un musical ambientato negli anni ’20 a Chicago. La trama ruota intorno a Roxie Hart (Giulia Sol) e Velma Kelly (Stefania Rocca), due donne che cercano celebrità attraverso crimini scandalosi. Entrambe si ritrovano in prigione e cercano di manipolare il sistema legale per ottenere fama e fortuna. Il personaggio dell’avvocato Billy Flynn (Brian Boccuni) gioca un ruolo chiave nel cercare di assolverle. Il musical affronta i temi della celebrità, della corruzione e il concetto di “tutto è lecito per ottenere la fama”.
Da grande appassionato di musical e da affezionato alla versione originale, avrei avuto piacere che nella promozione dello spettacolo si parlasse fin da subito della mancanza dello stile Fosse, perché diciamolo: per i nerd del musical, Chicago è Fosse. D’altro canto, però la Regia di Chiara Noschese è sorprendente e la sua intuizione di “circo” dà a questo spettacolo un‘identità chiara e ben precisa! Ben curate anche le scene di Lele Moreschi. La scena di “Razzle Dazzle” è davvero molto d’impatto, grazie anche al bel disegno luci di Francesco Vignati che enfatizza tutta l’esperienza. Ottima trovata!
Ma il lavoro più difficile lo ha dovuto fare Franco Miseria, perché diciamocelo, non me ne voglia il sig. Miseria ma tutti avremmo voluto vedere quel genere iconico che abbiamo imparato a memoria guardando il film. Nel complesso però le coreografie (coadiuvate da un ensemble d’eccellenza, ne parleremo dopo) non cozzano con l’idea registica, anzi risultano dinamiche, energiche e contribuiscono a rafforzare questa versione alternativa. La Direzione Musicale è ben curata da un ottimo Andrea Calandrini, è dispiaciuto solo che non ci fosse la band al vivo. Chiudiamo menzionando in positivo i costumi di Ivan Stefanutti ed il disegno fonico di Armando Vertullo.
Andiamo ora a parlare del Cast.
Vorrei in primis valorizzare enormemente questi grandissimi lavoratori che hanno portato in scena uno spettacolo esplosivo grazie alla loro energia, menzionando in primis le assassine del Cell Block Tango che ci hanno davvero “ucciso in positivo” come Camilla Esposito, Camilla Tappi, Carolina Sisto, Lorissa Mullishi e Vittoria Sardo.
Tra gli uomini non posso non menzionare Raffaele Rudilosso con una presenza scenica disarmante, mentre Giovanni Abbracciavento spicca per le sue doti acrobatiche. Ma tutti i ballerini del Cast hanno dato un grande apporto allo show: Anna Foria (lei in particolare risulta molto grintosa e carismatica), Federica Basso, Veronica Barchielli, Mattia Fazioli, Alfonso Maria Mottola, Kevin Peci, Andrea Spata e Ilario Castagnola.
Voglio iniziare a sottolineare la prova di Pietro Mattarelli, oramai una certezza nel panorama del musical italiano. Luca Giacomelli Ferrarini, invece, con la sua bravura nel ruolo di Miss Sunshine mi ha tolto ogni commento dalla bocca: dovreste vederlo per capire, sbalorditivo!
Cristian Ruiz nei panni di Amos Hart è toccante,
la sua abilità nel portare sul palcoscenico la vulnerabilità e la dolcezza del personaggio aggiunge una profondità commovente allo spettacolo, sul finale riesce anche a donare dignità al personaggio.
Chiara Noschese, quest’anno ha deciso di non relegarsi solo in regia e, con una presenza scenica magnetica, combinata ad una voce potente e una maestria nell’interpretare il personaggio, conferisce a Mama Morton una forza e un carisma che catturano l’attenzione e lasciano un’impressione indelebile nello spettatore.
Il Billy Flynn di Brian Boccuni è diverso da ciò che conosciamo, ma nonostante questo Brian ti cattura con la sua verve, la sua comicità e la sua ottima attitudine nel canto. Risulta il vero mattatore dello show! Giulia Sol è una bellissima sorpresa. È cresciuta moltissimo rispetto al suo ultimo lavoro teatrale. La sua abilità nel catturare la complessità del personaggio, da ingenua aspirante a celebrità a manipolatrice astuta è sorprendente, oltre che emozionante non appena inizia a cantare.
Non ci piace parlare male di una performance teatrale, ma purtroppo non possiamo esimerci questa volta dal farlo. Velma Kelly, interpretata da Stefania Rocca, perde di forza scenica. Purtroppo, il suo lavoro, che comunque c’è stato, non funziona. Ed il fatto che sia sempre in scena, visto il ruolo centrale che ricopre, è un problema rilevante. In un panorama sempre più affollato da performer di alto livello non capisco la scelta, la immagino…(scelte di botteghino?!?!) e in quel caso, mio parere personale, non la condivido.
Chicago è un musical che vi consigliamo di vedere assolutamente.
Ovviamente bisogna andare a vederlo senza aspettarsi riferimenti all’originale, se non per le musiche (tradotte in italiano da Giorgio Calabrese), altrimenti, se siete dei puristi di Fosse beh…questo spettacolo non fa per voi, ma non vedere questa produzione secondo me sarebbe davvero un peccato.
Sono d’accordo con il vostro parere su Stefania Rocca, già prima di andare a vederlo. Io ci vado stasera 06 ottobre ci vado per Giulia Sol, perché appena ho saputo che c’era la Rocca, ci stavo quasi ripensando e poi avevo già preso i biglietti
Visto il cast di performer di un certo spessore probabilmente nonostante la scelta da botteghino non si è presa in considerazione la poliedricità che tutti i performer di questo ed altre musical possiedono… e che non possono assolutamente paragonarsi ad un attore…per quanto di esperienza. Basti guardare le storie postate su Instagram per notare immediatamente la differenza abissale tra TUTTI e la Rocca.. sul finale sembra quasi stanca.. Con un cast così non potevano assolutamente fare un errore del genere! Peccato!Nel rispetto del gruppo già alle prime prove avrebbe dovuto tirarsi indietro!
Il musical è meraviglioso. Condivido Luca ciò che hai scritto. L’unica nota stonata è la Rocca. Non capisco la scelta.
Ormai ovunque scelte da botteghino: Conticini-Ward-Muniz per Mamma mia!, Ayane per Cats, Baz per Sette spose per sette fratelli, ora la Rocca per Chicago. Gente che sta al Musical come il cavolo a merenda. Lo spettacolo lo fanno i performer. E dubito che Cats senza Giacomelli Ferrarini avrà lo stesso riscontro di pubblico!