Come una specie di vertigine all’Arena del Sole di Bologna

Fotografia di Luigi Burroni

Come una specie di vertigine – Il Nano, Calvino, la libertà

Da giovedì 8 a domenica 12 novembre arriva al Teatro Arena del Sole di Bologna Come una specie di vertigine. Il Nano, Calvino, la libertà di Mario Perrotta, attore, autore e regista noto per le sue drammaturgie dal forte impatto civile, leccese ma di casa in Emilia-Romagna, dove la sua compagnia ha sede. Lo spettacolo sarà anche al Teatro Storchi di Modena, il 15 e il 16 dicembre, e al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola il 31 gennaio.

Nato in occasione del centenario della nascita di Italo Calvino (1923-1985)

il testo di Perrotta porta in scena il Nano, personaggio minore, a cui è dedicata una sola pagina memorabile del più autobiografico fra i libri del grande scrittore, La giornata d’uno scrutatore. Ambientato durante le elezioni del 1953, il protagonista del romanzo breve è Amerigo Ormea, intellettuale comunista alter ego di Calvino che lavora in un seggio nella Piccola Casa della Divina Provvidenza “Cottolengo” di Torino, istituto religioso dove erano ricoverati migliaia di minorati fisici e mentali, e rimane profondamente scosso dall’incontro con il mondo delle persone lì rinchiuse.

«Ho scelto il Nano – scrive il drammaturgo – e ne ho immaginato tutta l’esistenza

Fotografia di Luigi Burroni

che Calvino non ci racconta, proprio perché il mio intento era ragionare intorno al concetto di libertà e lui ne è totalmente privo». Come una specie di vertigine non è solo un omaggio a Calvino, ma soprattutto un lavoro che, attraversando molte delle opere dell’autore, si interroga sul senso profondo dell’autodeterminazione: un tema che occupa da molto tempo la ricerca artistica di Perrotta e la sua riflessione sull’uomo “animale sociale”, immerso nelle storture del nostro convivere quotidiano. «Per mia fortuna – continua – lo stesso tema ha assediato i pensieri di Italo Calvino lungo tutta la sua parabola letteraria, attraversando ugualmente i romanzi realistici, così come quelli fantastici e l’epoca combinatoria. Questo mi ha consentito di coniugare il mio “ragionare di libertà” con la possibilità di affrontare un autore che ho molto amato ma che mai avevo osato accostare al mio teatro. Ho sempre pensato, difatti, che Calvino fosse impossibile da rappresentare, almeno così com’è. È stato questo confluire delle mie riflessioni e di quelle di Calvino intorno a quella parola fragile che è “libertà” che mi hanno convinto a provarci».

Quello di Mario Perrotta non è un tributo di circostanza alla figura dello scrittore, ma il frutto di un’affinità elettiva con il suo straordinario percorso artistico e intellettuale.

In scena un uomo privato della libertà

Fotografia di Luigi Burroni

o meglio, la sua voce interiore: l’attore Perrotta diventa il Nano in un monologo in cui confluiscono episodi tratti anche da Palomar, Le Cosmicomiche, Le città invisibili, cuciti insieme per un personaggio che, partendo da un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, cerca la libertà tra queste pagine. Mescola versi, parabole, sarcastiche canzoni-teatro e improvvisi minuetti intimi, con collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro “scalvinando” quelle opere a suo uso e consumo. «Parto dalla sua condizione antitetica di disabile totale – racconta Perrotta – per parlare della condizione di noi “abili” che la libertà la sprechiamo ogni giorno. E affondo le mani liberamente negli altri scritti di Calvino “scalvinandoli”, scompigliandoli e ricomponendoli, così come serve al Nano per procedere nella sua serata di spettacolo. Ne è venuto fuori uno spettacolo profondamente mio che, al contempo, mi sembra rispettare nella sua sostanza profonda la lezione calviniana sulla libertà. Un omaggio personalissimo a un autore che ha saputo modellare la mia visione delle cose del mondo».

Mario Perrotta

è autore, attore e regista teatrale. Le sue drammaturgie, da lui dirette e interpretate in Italia, sono tradotte e messe in scena anche all’estero in diverse lingue e in vari contesti, tra gli altri il Festival d’Avignone e il New York Solo Festival, dove riceve il Premio come Migliore drammaturgia straniera nel 2018. Vince più volte il Premio Ubu, nel 2011, 2013, 2015 e nel 2022 come Migliore nuovo testo o scrittura drammaturgica per Dei figli. Premio Hystrio nel 2008 e nel 2014 per il Migliore spettacolo dell’anno, nel 2015 ottiene il Premio Nazionale della Critica per il Progetto Ligabue. Fra i riconoscimenti istituzionali, quelli della Presidenza del Consiglio e della Camera dei Deputati per “l’alto valore civile del testo e per la straordinaria interpretazione” con il progetto Cìncali, dedicato all’emigrazione italiana nel secondo dopoguerra.

Come una specie di vertigineIl Nano, Calvino, la libertà

scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta

collaborazione alla regia Paola Roscioli

mashup e musiche originali Marco Mantovani / Mario Perrotta

produzione Permàr – Compagnia Mario Perrotta, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Medicina

in collaborazione con  Teatro Asioli di Correggio, Duel

foto di Luigi Burroni

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