Dear Evan Hansen – la difficoltà di farsi sentire in un mondo che non ascolta


Dal debutto del Musical di Pasek e Paul nel 2015, la storia Evan Hansen é ormai conosciuta da tutti.
E’ come se fosse lui stesso un amico o qualcuno che almeno una volta nella vita dobbiamo per forza aver incontrato da qualche parte, anche se non ci ricordiamo bene dove.

Oltre a quello che é il tema principale dello spettacolo, ovvero la depressione e il suicidio giovanile, la trama offre altri numerosi spunti di riflessione. Uno di questi é senza dubbio la difficoltà di farsi sentire, di essere capiti ma prima ancora ascoltati, in un mondo che fa rumore e che non si ferma.
Questo é il filo che collega tutti i personaggi del Musical tra di loro, anche se per buona parte della storia non se ne rendono conto.

Anybody have a map?

una scena tratta dal Musical con Ben Platt e Rachel Bay Jones

La signora Hansen le prova tutte: cerca di essere sempre positiva, ottimista e comprensiva, ma suo figlio é delicato e chiuso e ogni volta le sembra di fallire, fino a non avere più idee su come poter parlare con lui.
La signora Murphy stravede per il figlio Connor, nonostante lui sia scontroso e difficile: può contare sull’aiuto di suo marito, ma ogni tentativo di metterlo in riga é inutile e tutto finisce sempre per andare a discapito dell’altra figlia, Zoe.

Heidi Hansen e Cynthia Murphy non lo sanno, ma condividono lo stesso problema di madri: purtroppo per nessuna delle due esiste una mappa con delle istruzioni.

Dear Evan Hansen, Dear Connor Murphy..

scena tratta dal Musical

Tutto inizia con delle lettere: il Dr.Sherman, da cui Evan é in cura per la sua fobia sociale, vuole che lui le scriva indirizzandole a se stesso, come reminder personale di tutte le cose positive che potrà vivere durante ogni giornata.

Evan però non vede molto di positivo nella sua vita: ad esempio, ha un braccio ingessato e nessuno dei compagni di scuola con cui parla- e che rappresentano per lui le conoscenze più simili a degli amici- vuole firmare il gesso.

L’unico a firmarlo é proprio Connor, che però trova una delle lettere di Evan e la porta via.
E’ una lettera rivolta a se stesso in cui il ragazzo parla anche di Zoe Murphy – la sorella di Connor, di cui segretamente é innamorato- e del fatto che riversa ogni sua speranza e ogni pensiero positivo su di lei, nonostante non ci sia poi questo grande rapporto tra loro.
Per questo Connor pensa sia una provocazione rivolta a lui appositamente per farlo arrabbiare.

Connor non é molto diverso da Evan.
Anche lui vive costantemente con le spalle al muro e la guardia alta, ha solo un altro modo di dimostrarlo: una rabbia che non trova pace, che gli appiccica addosso una reputazione da bullo violento e l’incapacità di esprimersi diversamente.
Se Evan non ha amici perché ha paura di essere giudicato, Connor sa per certo di esserlo e per questo é altrettanto solo.

Il Requiem di Zoe

scena tratta dal Musical

La frase che esprime di più lo stato d’animo di Zoe dopo il suicidio del fratello é probabilmente questa: “improvvisamente tutti vogliono essere miei amici”.

Perché tutti si interessano al tuo dolore solo quando é così esplicito? E soprattutto: perché pensano di poterne fare parte, dando per scontato di sapere come ti senti davvero?
Zoe é l’unica all’interno della famiglia Murphy ad essere divisa tra l’immagine ideale che tutti vogliono dare di Connor adesso che non c’è più e la verità che lei ha sempre conosciuto e che non può ignorare o dimenticare.

Nella stessa casa, il signor Murphy non sa da dove iniziare per raccogliere i cocci rotti che Connor ha lasciato: il suo dolore é muto e non trova parole. La signora Murphy invece si aggrappa ai ricordi e ancora di più a Evan, per non lasciare andare il figlio che amava, ma per cui sente di non aver fatto abbastanza.

Words Fail

scena tratta dal Musical

Forse é vero che a volte bisogna urlare per farsi ascoltare: il dolore spesso fa raggiungere estremi a cui non si penserebbe mai di arrivare.

Per Evan, il momento in cui tutto crolla coincide con la realizzazione del fatto che non ci sono parole per poter spiegare o giustificare quello che é successo.
Quella che voleva essere una buona azione diventa una rete di bugie che si sgretola senza rimedio: tutto ciò che ha sempre voluto e che pensava potesse essere suo- una famiglia unita e presente che lo accetta per com’è- scompare davanti ai suoi occhi e lo perde di nuovo.

In compenso ritrova una madre, che nei suoi tentativi da funambola per riuscire a tenere insieme i pezzi, si era dimenticata di far sentire il figlio davvero accettato.
Le parole giuste che ha sempre cercato per Evan, le trova adesso: sono quelle della condivisione e della comprensione.

You will be found: l’importanza di comunicare

Quello che sembra un disastro, é in realtà il vero punto di svolta: mentre i Murphy soffrono per la conseguenze delle azioni di Evan, lui riesce a prendere una posizione, sapendo che gli costerà caro. Capisce di avere il potere di fermare tutto e lo fa, comunicando finalmente quello che per troppo tempo aveva tenuto solo per sé.
Nonostante gli errori, fa comunque del bene a questa famiglia, che con il tempo riesce a vedere la realtà per quella che é, per quanto difficile e dura.

Anche se non si riesce ad accettare se stessi, anche se si ha paura che il giudizio sia sempre dietro l’angolo o si ha l’impressione che niente di quello che si dice sia importante, esiste sempre la possibilità che ci si sbagli, e la speranza che comunque qualcuno prima o poi possa tenderci la mano: niente é bello come la sensazione di essere finalmente trovati.

“Dear Evan Hansen” -il film é in arrivo:
i pro e i contro

frame tratto dal trailer del film

La versione cinematografica -la cui uscita é programmata per settembre 2021- evidenzia forse ancora di più che quello che Evan vuole più di ogni cosa, é che la sua solitudine venga finalmente vista, perché lui non sa esprimerla.
Si é ormai abituato alla versione di se stesso che cammina per i corridoi della scuola con lo sguardo basso e vuoto, che non ha nessuno con cui parlare perché crede che a nessuno importi, che non si sente parte integrante di niente.
Nel momento in cui grazie ai Murphy si rende conto di essere ascoltato per la prima volta, si sente vivo come non mai: quello che ha da dire finalmente é importante per qualcuno.

Quella che emerge dal trailer– pubblicato proprio in questi giorni- é quindi una versione accuratamente fedele alle produzioni teatrali: motivo per cui per molti questa piccola anticipazione rappresenta esattamente quello che ci si poteva aspettare, niente di più e niente di meno.
Nonostante il Musical originale sia stato fin dall’inizio acclamato come un grandissimo e pluripremiato successo, rimane il fatto che la figura di Evan non sempre é vista in maniera positiva. Inoltre, non é stata apprezzata da tutti la scelta di Ben Platt nel ruolo dello stesso Evan, perché considerando che si tratta di un adolescente, si sarebbe potuto scegliere effettivamente un attore dell’età giusta, come é stato per gli altri ruoli. Il cast però é decisamente promettente: il fatto che sarà tutt’altro che una delusione é praticamente una certezza.

Categories Musical By Hollywood

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