Che in Italia sia difficile investire nel teatro è palese a tutti, e spesso anche i piccoli tentativi di prodotti inediti si rivelano deludenti. Ma “Dritto al Cuore” prodotto dalla Onstage Academy, scritto da Alice Gallo e diretto da Vittorio Matteucci è stato differente, intenso e sorprendente.
Parla di una coppia, padre e figlia, Davide e Amelia, lui scrittore di successo, intento a finire il suo capolavoro letterario, lei aspirante restauratrice di opere d’arte. Insieme accolgono nella loro famiglia Edoardo, un ragazzo orfano il cui padre ai tempi dell’università era il migliore amico di Davide. Edoardo racconta di essere uno scrittore, proprio come il padre che si suicidò senza lasciargli nessuna spiegazione, eccezion fatta per un biglietto con scritto “DRITTO AL CUORE”. Il giovane inizierà a collaborare con Davide e si innamorerà di Amelia. Ma quando il padre scopre la storia tra i due ragazzi quasi impazzisce e molte verità cominciano a venire a galla.
Brian Boccuni (Edoardo) e Andrea Spina (Davide) risultano molto convincenti nei loro ruoli. Un discorso diverso va fatto per la debuttante Valentina Oliva (Amelia) studentessa della Onstage Academy, fortemente voluta dal regista Vittorio Matteucci. Nonostante recitasse al fianco di due attori consolidati da anni di esperienza, si dimostra perfettamente all’altezza e padrona del palcoscenico grazie ad un’ottima recitazione e presenza scenica. Breve ma positiva anche la partecipazione di Luca Virone nei panni del poliziotto.
Lo spettacolo scivola molto bene, e il disegno luci, curato nei minimi particolari, mette in risalto ancora di più la trama. Ne sono l’esempio lo scrittoio e l’arma del delitto sempre illuminati.
L’unica critica che può essere avanzata è la scelta del teatro che, essendo così grande e dispersivo, non ha aiutato a valorizzare il prodotto in scena. Forse un teatro più piccolo avrebbe maggiormente ricreato quell’intimità tra spettacolo e spettatore che senz’altro è uno dei punti di forza di “Dritto al Cuore”.