Non si ferma il successo di “Alice in Wonderland”, lo show targato Circus Theatre Elysium da poco tornato a girare l’Italia con tante nuove date.
Le parole della danzatrice Yuliia Palaida e del tour manager Roberto Romaniello: nel buio della guerra in corso, la luce salvifica dell’arte.

Due atti di autentica magia, dove gli stili di danza più svariati si fondono ai tessuti aerei e all’acrobatica circense.
Uno show capace di far scrosciare un intero teatro in un applauso interminabile, dove non c’è confine e le bandiere si uniscono.
Una storia dove non c’è dialogo, perché è il corpo a raccontarla.
Quand’è vera arte che si rappresenta sul palco, le parole sono superflue ad esprimerla nella sua interezza.
E in 100 minuti di puro spettacolo, la compagnia d’arti performative Circus Theatre Elysium di Kiev lo ha dimostrato in pieno.
Abbiamo incontrato gli artisti lo scorso 3 aprile, alla prima cremonese di Alice in Wonderland sul prestigioso palco del Teatro Ponchielli.
Tantissimi i giovani in platea, alternati da altrettanti adulti e famiglie con bambini distribuiti tra i palchi e la galleria.
La vendita dei biglietti per Alice in Wonderland s’è aperta a metà marzo e l’intero teatro è divenuto sold-out nel giro di pochi giorni, dando prova di una tendenza riscontrata ormai in tutte le città d’Italia.

La compagnia Elysium è ospite nel nostro Paese da più tre mesi, in seguito al prolungamento della tournée italiana iniziata il 5 febbraio dell’anno corrente.
Le date del tour, da contratto, si sarebbero dovute concludere il 13 marzo al Gran Teatro Morato di Brescia, altra data sold-out dopo le importanti trasferte di Milano, Roma, Ravenna e Reggio Emilia.
Tuttavia, a causa dell’invasione dell’Ucraina perpetrata dalla Federazione Russa a principio del mese di marzo, la compagnia s’è vista prigioniera di un limbo.
Come ci spiega Roberto Romaniello, produttore di Alice in Wonderland per l’Italia, “tutti i voli di ritorno diretti a Kiev erano già prenotati ma hanno subito l’immediata cancellazione, prima dalle compagnie di bandiera e poi da quelle low-cost”.
La compagnia Elysium era dunque costretta a Brescia, senza la minima garanzia di potervici stare per un lasso di tempo ancora incerto sulla lunghezza.
Eppure, si sa, è proprio nei momenti avversi che lo spirito italiano sa attivarsi e sorprendere.
“C’è stata una grandissima gara di solidarietà” ci confessa il tour manager “dettata tanto dal cuore quanto dalla necessità di salvaguardare gli artisti. Ci siamo appellati a tutto il mondo del teatro e ha funzionato”.
Grazie al sostegno offerto dal mondo culturale italiano, la compagnia Elysium ha ottenuto dieci nuovi ingaggi in importanti teatri nazionali, a cui sono seguite altre quindici nuove date dal nord al sud dello Stivale.
Tuttavia, oltre agli artisti era necessario provvedere alla protezione delle loro famiglie, ancora bloccate in Ucraina.
“Nel giro di una settimana siamo riusciti a organizzare dei ponti aerei” racconta Romaniello “grazie ai quali alcuni dei familiari si son potuti ricongiungere con gli artisti. Cerchiamo sempre di organizzarne altri, confidiamo nelle tregue”.
Attualmente, gli artisti e le rispettive famiglie sono ospitati nei locali messi a disposizione dal Gran Teatro Morato di Brescia, al sicuro dalla furia delle bombe.
Una solidarietà, questa, che il gruppo fondato da Oleksandr Sakharov non s’aspettava e che lascia gli artisti visibilmente commossi ad ogni successo di pubblico.

La data cremonese di Alice in Wonderland ha assunto i tratti di un vero e proprio evento, con la presenza e gli interventi del sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, dell’assessore alla Cultura Luca Burgazzi e della delegata per la Provincia di Cremona Ilaria Dioli.
Presenti anche il sovrintendente del Teatro Ponchielli Andrea Cigni, a testimoniare la volontà di partecipare alla gara di solidarietà in collaborazione con la Camera di Commercio cremonese guidata da Gian Domenico Auricchio.
Toccante l’attimo di raccoglimento proposto dal sindaco Galimberti, con l’intero Ponchielli in assoluto silenzio per dieci lunghissimi secondi in ricordo dei bambini ucraini vittime del conflitto.
Emozionante, invece, l’introduzione musicale ad opera degli studenti del conservatorio Monteverdi di Cremona.
Durante l’esecuzione dell’Inno alla Gioia e dell’inno nazionale ucraino, infatti, il pubblico ha dato vita ad una vera e propria standing ovation, in segno d’omaggio all’Europa unita e alla lotta di Kiev.
Momenti, questi, che hanno dato la carica agli artisti ed hanno permesso loro di condurre uno show applaudito dall’inizio alla fine.

Motore degli applausi di Alice in Wonderland non poteva che essere la sua stessa ricetta, uno spettacolo del tutto originale rivolto ad ogni fascia d’età.
La pièce diretta da Oleg Apelfed consta infatti di tutti i personaggi creati da Lewis Carroll, riadattati però in chiave contemporanea.
Troviamo quindi Alice, il Cappellaio Matto e il Bianconiglio, sotto forma di ballerini di danza Modern.
Vediamo lo Stregatto, o meglio, il suo muso gigante e la sua coda, mosso da un ensemble di danzatori in un gioco di luci e ombre.
Scorgiamo i gemelli Pincopanco e Pancopinco, resi magistralmente da una coppia di acrobati-giocolieri.
E immancabilmente, incontriamo la Regina Bianca e la Regina di Cuori coi rispettivi soldati, interpretate da danzatrici hip-hop capaci di contaminarsi con sprazzi di Modern e tango.
Tra un blocco e l’altro, quasi a simboleggiare il progredire del Paese delle Meraviglie, numeri di danza su tessuti aerei e d’acrobatica circense hanno mandato in visibilio il pubblico del Teatro Ponchielli.
A testimoniarlo, l’ennesima standing ovation finale, quando gli artisti hanno portato in scena la bandiera ucraina al momento degli inchini.

In prima fila tra i performer più acclamati, d’azzurro vestita come la sua Ucraina, c’era soprattutto lei: Yuliia Palaida.
Venticinque anni, nativa dell’Oblast di Donetsk, Palaida è una danzatrice e coreografa professionista.
Forte della sua esperienza pluriennale nei più prestigiosi teatri del mondo, fa parte degli oltre 30 performer che compongono Circus Theatre Elysium e in Alice in Wonderland ricopre il ruolo dell’omonima protagonista.
Incontriamo Yuliia dietro le quinte, a spettacolo concluso, nel concertato via-vai di tecnici e fly-case.
Ci accoglie raggiante, dispensando sorrisi allo staff del Ponchielli e alla troupe televisiva di Cremona1 sopraggiunta per intervistarla.
Si concede anche alle nostre domande, raccontando di sé e dello spettacolo che porta in scena.

Cosa rende unico il vostro Alice in Wonderland rispetto ad altri titoli simili?
Ogni spettacolo è diverso e ha le sue peculiarità, ma il nostro è arricchito da un insieme di arti e ogni artista ha il suo blocco per esprimersi al meglio.
Siamo abituati a interiorizzare i nostri personaggi e cerchiamo di renderli unici mettendoci dentro la nostra eredità culturale.
Tanto Alice quanto gli altri protagonisti sono sì tratti dall’opera originale, ma ricalcano i costumi e il modo di fare arte tipici del nostro Paese.
Credo che questa sia la chiave del nostro Alice in Wonderland.
Come si allena un gruppo numeroso come Elysium? Quanto lavoro è richiesto per preparare uno spettacolo di tale grandezza?
Dobbiamo seguire ritmi molto serrati se vogliamo superare la prova del palcoscenico.
Ci alleniamo ogni giorno per non perdere la preparazione e facciamo prove a distanza ravvicinata per fissare le scene e i movimenti.
Una volta montato lo spettacolo, siamo soliti fare un mese intero di prove non-stop per radunare tutti gli artisti e lavorare in sinergia.
È un processo che si ripete in tutte le produzioni, mi è capitato di seguirlo anche nel 2019 nella nostra prima tournée italiana (tre settimane sold-out al teatro Brancaccio di Roma, ndr).
Eravate in Italia quando la guerra s’è abbattuta su Kiev. Come vi siete sentiti in quel momento? Quali le vostre preoccupazioni?
È stata una doccia fredda per tutti, il pensiero è andato subito ai nostri amici e famigliari rimasti in Ucraina.
Eravamo lontani da casa e non potevamo fare nulla per aiutarli, né tantomeno proteggerli.
Io in particolare ero molto preoccupata per la mia famiglia, siamo originari di Donetsk e quella in corso è la seconda guerra che siamo costretti a vivere.
Quando il teatro dell’Opera di Mariupol è stato bombardato, ho pensato subito ad alcune mie colleghe, che proprio in quel teatro avevano studiato (all’Accademia del Balletto di Donetsk) e lavorato fino a poco tempo fa.
La preoccupazione più grande, però, era per mio marito: con la legge marziale, ha dovuto arruolarsi e non potrà lasciare l’Ucraina finché lo stato di guerra non sarà finito.
La mia famiglia adesso è a Lviv, ad Ovest, dove il controllo è ancora in mano al nostro esercito.
Mio marito invece è a Kiev, sta combattendo assieme agli altri uomini per impedire alle forze russe di conquistare la città.
Da qui, noi facciamo del nostro meglio per restare in contatto con chi abbiamo in Ucraina.
Ma della guerra, nel nostro privato, non parliamo mai. Abbiamo già pianto troppo.

Mai come oggi il futuro è un’incognita. Avete dei piani per il dopo-tour?
Sappiamo solo di avere ancora un mese per restare in Italia e lavorare, dopodiché si vedrà.
Nessuno di noi, me compresa, pensa di fare ritorno in Ucraina.
Presto, i miei genitori verranno evacuati in Polonia e potranno riunirsi a me qui in Italia.
Vorrei tanto ci fosse anche mio marito, ma come ho già detto, la legge militare gli impedisce di uscire dal Paese.
Speriamo soltanto di rivedere sani e salvi i nostri affetti più cari.
Ma soprattutto, ci auguriamo di poter continuare a svolgere la nostra professione, come o dove non importa.
Abbiamo bisogno di lavorare per mantenere le nostre famiglie, sia qui sia in Ucraina.
Un messaggio ai lettori di Musical Café.
Vedere il pubblico accorrere così numeroso ai nostri spettacoli, sentire il vostro amore attraverso gli applausi, ci aiuta davvero tanto.
Vi ringraziamo di cuore per il sostegno che ci date, siete il nostro motore.
Siete i benvenuti nel nostro Alice in Wonderland, ci aiutate a restare forti.

Se la guerra ha spento qualsiasi luce di civiltà, la compagnia Elysium mantiene acceso il lume dell’arte e lo fa ovunque vi siano braci pronte ad accoglierlo.
Le tournée in Francia, Germania, Russia e Cina hanno rappresentato, negli anni precedenti, un modo per esportare un prodotto d’eccellenza invidiato in tutto il mondo.
L’Italia, oggi, è un megafono con cui Elysium può gridare il suo messaggio di pace.
Pace per l’Ucraina martoriata dai missili, pace per due popoli da sempre fratelli, pace per tornare a fare arte insieme.
Basterebbero le parole di Yuliia Palaida per convincersi a prenotare un posto per Alice in Wonderland.
Se ciò non fosse sufficiente, ci affidiamo ancora alle dichiarazioni del tour manager Roberto Romaniello:
“Facciamo appello a tutti: venite a teatro, venite a vedere Alice in Wonderland. Non solo perché unico al mondo, o per il suo cast di circensi tra i migliori di sempre. Non soltanto per la sua dimensione europea o per le sue innovazioni scenografiche d’alto livello. Bensì, per aiutare gli artisti e le loro famiglie. Acquistare un biglietto significa comprar loro del tempo”
Che aspettare, dunque? Per aggiornamenti sulle prossime date e l’acquisto dei biglietti, cliccate QUI.
La compagnia Elysium farà tappa al Teatro degli Arcimboldi di Milano fino al 10 aprile, sarà poi al Sociale di Mantova e in tante altre città italiane.

Un ringraziamento doveroso al Teatro Ponchielli di Cremona nella persona di Barbara Sozzi, direttrice dell’Ufficio stampa, per aver permesso la realizzazione di quest’intervista.
L’Italia s’alza in piedi per i performer di Kiev: facciamo tutti, facciamo insieme.
Simone Bodini