Ferdinando al Teatro Carcano – tra ambiguità e sortilegio

Ferdinando - scena

FERDINANDO

di Annibale Ruccello

con Arturo Cirillo, Sabrina Scuccimarra, Anna Rita Vitolo, Riccardo Ciccarelli

scene Dario Gessati

costumi Gianluca Falaschi

musiche Francesco De Melis

regia Arturo Cirillo

regista collaboratore Roberto Capasso

produzione MARCHE TEATRO, Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

Presso il Teatro Carcano dal 16 al 19 novembre in scena Ferdinando di Annibale Ruccello, diretto e interpretato da Arturo Cirillo, una produzione Marche Teatro, Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini.

Dopo le fortunate prove dello stesso autore Le cinque rose di Jennifer e L’ereditiera (Premio Ubu), Arturo Cirillo firma un altro classico e allo stesso tempo contemporaneo capolavoro.

La vita della baronessa Donna Clotilde è sconvolta dall’arrivo di un sedicenne dalla bellezza efebica. Sarà lui a riaccendere passioni sopite e smascherare vecchi delitti.


NOTE DI REGIA                                                                           

Logica e inconsueta allo stesso tempo, è stata la mia decisione di portare in scena “Ferdinando” di Annibale Ruccello. Logica perché riconosco in Ruccello un mio autore, un autore sul quale sono tornato più volte, e con spettacoli per me importanti. Inconsueta, poiché per me “Ferdinando” è sempre stato legato allo spettacolo che curò l’autore stesso.

Il desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d’amore, matura nella mente di tre personaggi disperati (Donna Clotilde, Donna Gesualda e Don Catello), prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall’abitudine.

Allora tutto l’aspetto storico è una finzione, un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese, in cui anche la lingua, il fantomatico napoletano di Donna Clotilde, è esso stesso lingua di scena, lingua di rappresentazione, non meno del tanto “schifato” italiano. 

Una scena composta da un unico grande drappo che scende dall’alto e contiene il luogo dell’azione, un luogo claustrofobico in cui convivono tutti i personaggi, che vediamo spogliarsi, rivestirsi, incontrarsi.

Personaggi rinchiusi in abiti scuri, monacali e preteschi, per devozione o lutto, ma forse solo per difesa. Illuminati da luci rivelatrici, come in un miracolo pagano, dove l’intimità delle note di un pianoforte convivono con quelle sontuose e barocche di un organo. 

Ferdinando

Poi c’è Ferdinando, ragazzino normale di un tempo presente, portatore solo del proprio corpo giovane sul quale gli altri tre personaggi, di questo quartetto, disegnano le proprie visioni e i propri desideri. Trascendendo dalla persona in sé, come spesso avviene nell’innamoramento, si ingannano e si lasciano ingannare. Dopo gli resta solo la constatazione del proprio fallimento e della propria folle e disperata solitudine, in un luogo spettrale abitato dai morti e dai ricordi.

Con Ferdinando, Ruccello fa fuori i generi, sessuali e spettacolari, per mettere in scena l’ambiguo e il sortilegio.

Arturo Cirillo


TRAMA:

Agosto 1870: il Regno delle Due Sicilie è caduto e la baronessa borbonica Donna Clotilde nella sua villa vesuviana si è “ammalata” di disprezzo per il re sabaudo e per l’Italia piccolo-borghese nata dalla recente unificazione. A fare da infermiera all’ipocondriaca nobildonna è Gesualda, cugina povera e inacidita dal nubilato, ma segreta amante di Don Catellino, prete di famiglia corrotto e vizioso. I giorni passano tutti uguali, tra pasticche, decotti, rancori e bugie.

A sconvolgere lo stagnante equilibrio domestico è l’arrivo di un sedicenne dalla bellezza efebica che, rimasto orfano, viene mandato a vivere da Donna Clotilde, di cui risulta essere un lontano nipote. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, riaccendendo passioni sopite e smascherando vecchi delitti. Ma chi è davvero Ferdinando?

Dal 16 al 19 novembre al Teatro Carcano di Milano.

Per informazioni e biglietti: https://teatrocarcano.com/eventi/ferdinando-2324.htm

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