Hair, un messaggio di speranza ancora attuale

Riflessione su Hair: una protesta pacifica, un grido di speranza ieri come oggi, un messaggio ancora attuale

Che periodo! Scommetto che è la frase che ripetiamo di più! A un anno dalla pandemia, ancora i teatri sono chiusi, così come i bar e i ristoranti. E ora i vaccini. Tutte le speranze riposte nella scienza e la brusca frenata: saranno sicuri?
Sul web si legge di tutto, chi è favorevole, chi ha già avuto la prima dose, chi doveva averla e ci rinuncerà.

E poi la Dad o la scuola in presenza? Meglio rischiare di contrarre il virus che la depressione che sta coinvolgendo gli adolescenti?


Domande, tante, dubbi, altrettanti. Non ci sono risposte giuste o sbagliate perché ognuno cerca la verità in quelle certezze che sostengono quello che in fondo è più in linea con il proprio pensiero.

Ci auto consoliamo e ci convinciamo, a seconda o meno che la notizia in rete corrisponda al nostro più recondito desiderio.
Se credo nei vaccini, allora troverò conforto nella scienza e in tutto ciò che mi dimostri che è proprio così. Se sono dubbioso, mi appellerò a chi è stato male, a chi ha avuto effetti collaterali importanti a chi, seppur medico o sanitario, non si è sottoposto al vaccino.


Quanto ci vorrebbe una nuova era: come quella a cui inneggiavano i protagonisti di Hair.


Il musical, Hair The Tribal Love Rock Musical, che aveva debuttato a Broadway nel 1968, creato nel 1967 da James Rado e Gerome Ragni – autori rispettivamente del libretto e delle liriche – e da Galt MacDermot, autore delle musiche e il film, che in Italia arrivò il 16 maggio 1979 diretto da Miloš Forman, ci suggeriscono una lezione importante: un messaggio di fratellanza e solidarietà.

Hail Il
MTS Entertainment-ph. @memoryslashvision


Era l’intento della MTS ENTERTAINMENT, in collaborazione con la Compagnia della Rancia, che con HAIR The Tribal Love-Rock Musical, per la regia di Simone Nardini, a ottobre del 2019 aveva aperto l’allora stagione del Teatro della Luna (oggi Repower) di Milano: un grido di amore, fratellanza e libertà.
Ai tempi era la guerra del Vietnam la protesta, ma anche il tema delle droghe e dell’amore libero, tanto da ricevere a posteriori anche critiche rispetto a questi argomenti.

Ciò su cui cade la nostra riflessione, però, oggi, è quella manifestazione pacifica che Hair ci ha dimostrato, fatta di musica, ballo, fiori e sorrisi.

Ieri era la guerra, oggi la pandemia, la crisi economica, la cultura in ginocchio, la scuola in crisi…
Ci sarà sempre una guerra da combattere, un periodo avverso a cui opporsi: il messaggio di protesta di Hair, pacifico, a suon di amore, musica e libertà, a distanza di diversi anni, resta ancora attuale, in attesa di quella nuova era dell’Acquario che, già all’epoca, i ragazzi celebravano affinché cambiasse i tempi e portasse una primavera dell’esistenza.

Sarah Pellizzari Rabolini

Ci vediamo venerdì prossimo con le Chicche di Caffè

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