“L’Avaro” di Molière torna in scena dopo dieci anni

L’Avaro e la troupe du roi – Nuova edizione in scena al Teatro Leonardo dal 10 al 22 dicembre 2024 e dal 7 al 19 gennaio 2025

da Molière
traduzione e adattamento Valeria Cavalli
con Ludovico D’Agostino, Pietro De Pascalis, Cristina Liparoto, Giulia Marchesi, Sabrina Marforio, Marco Oliva, Isabella Perego, Simone Severgnini

regia Valeria Cavalli e Claudio Intropido

si ringrazia per la preziosa collaborazione Maurizio Salvalalio
musiche Gipo Gurrado
eseguite da Nema Problema Orkestar
ideazione costumi Anna Bertolotti
restyling e sartoria Francesca Biffi
scenografia e disegno luci Claudio Intropido
realizzazione scene Maria Chiara Vitali
direzione tecnica Fulvio Mellidelegata di produzione Lisa Metelli

produzione Manifatture Teatrali Milanesi

Foto di scena

Manifatture Teatrali Milanesi sceglie di riallestire lo spettacolo che dieci anni fa ha inaugurato l’unione tra il Teatro Litta e Grock

Tutta la vicenda ruota attorno ad Arpagone e al suo bisogno di accumulare, alla paura di essere derubato, alle sue ridicole e insopportabili economie ma soprattutto all’aridità di un cuore che non ama niente e nessuno a parte la sua cassettina piena di denaro. 

Sospettoso, iracondo ed egoista, Arpagone non esita a preferire il suo denaro ai figli e persino nel finale egli non si redime, continuando ad anteporre i beni materiali agli affetti familiari.

La rilettura di Valeria Cavalli prende spunto anche da L’improvvisazione di Versailles di Molière, di cui il protagonista è lo stesso autore, un’opera che mostra ciò che avviene dietro le quinte e la dicotomia uomo/attore.

Nella cornice di un teatrino mobile e decadente si rappresenta dunque L’avaro, recitato coralmente da un gruppo di guitti in un susseguirsi ritmico e dinamico di scene e controscene, in cui tutti i personaggi sono coinvolti in una congiura contro l’avaro e l’avarizia.

Non è solo la vicenda raccontata da Molière a vivere sul palco, ma anche la quotidianità degli attori dietro il sipario.

Gli interpreti recitano e partecipano, restano in scena e assistono come fossero parte del pubblico, vicini agli spettatori in sala e alle loro emozioni.

La trama

Rappresentato per la prima volta nel 1668, L’avaro è una commedia che molto deve all’Aulularia o Commedia della pentola di Plauto il cui protagonista è l’avarissimo Euclione.

Il centro della commedia molièriana è invece Arpagone, vedovo con due figli, il cui unico pensiero è accumulare denaro. Lo custodisce in una cassettina che teme sempre gli venga rubata e vive sospettando di tutti coloro che lo circondano.

La trama è molto semplice, ma ciò che rende ancora così attuale la commedia è la capacità di Molière di dare colore ai personaggi che la animano a partire proprio dalla figura dell’avaraccio talmente odioso e meschino da risultare comico. Attorno a lui ruotano il figlio Cleante, giovane superficiale e vanitoso innamorato di Mariana, e la timida figlia Elisa innamorata di Valerio.

Foto di scena

La messa in scena

Molte sono state le messe in scena di questa fortunata commedia, dalla versione classica a quella più contemporanea. Noi abbiamo deciso di dare un segno particolare che la rendesse vicina alla commedia dell’arte: il metateatro, ovvero il teatro nel teatro, una forma di rappresentazione che vede gli attori impersonare sia i personaggi che loro stessi abbattendo il muro fra palcoscenico e platea.

Lo spettacolo si svolge quindi su due livelli che si integrano perfettamente: quello della commedia vera e propria e quello della compagnia che la sta mettendo in scena. Questo doppio piano rende il nostro Avaro ancora più accattivante e comico perché spesso il gioco scenico è scoperto, quasi che il pubblico possa spiare dietro le quinte.

Come avviene nella commedia dell’arte i personaggi hanno caratteristiche precise, costumi sgargianti e la commedia è accompagnata da canzoni originali, scritte per noi da Gipo Gurrado.

La scenografia

La scenografia invece sottolinea una scelta drammaturgica ben definita: sul palcoscenico infatti c’è un teatrino su ruote con le caratteristiche del carro di Tespi che gli attori girovaghi portavano di piazza in piazza.

Grazie a questa scelta lo spettacolo ha un ritmo trascinante e coinvolge lo spettatore, ma ci porta anche a riflettere su quale sia il messaggio che Molière ha voluto lasciarci mettendo al centro della sua commedia Arpagone, o meglio l’avarizia, come simbolo di chiusura mentale, mancanza disentimento e impossibilità di uscire dalla propria prigione fatta di sospetto e controllo.

In scena dal 10 al 22 dicembre 2024 e dal 7 al 19 gennaio 2025
martedì/sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30

durata dello spettacolo: 110 minuti

Biglietti acquistabili qui e su  Vivaticket

I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

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