“Le notti bianche” torna in scena a grande richiesta

 LE NOTTI BIANCHE  MTM Teatro Litta – dal 10 al 19 gennaio 2025 

da Fëdor Dostoevsky

ideazione e regia Stefano Cordella 

drammaturgia Elena C. Patacchini 

con Alma Poli e Diego Finazzi 

disegno Luci Fulvio Melli  

scene e costumi Francesca Biffi 

assistente alla regia Sofia Tieri 

staff tecnico Ahmad Shalabi e Marco Meola

delegata di produzione Lisa Metelli

produzione Manifatture Teatrali Milanesi

Dopo il grande successo della stagione scorsa torna “Le notti bianche

In scena all’MTM Teatro Litta uno degli appuntamenti più attesi: un classico che ha saputo conquistare il pubblico con la sua profondità e la sua bellezza senza tempo. 

Il celebre racconto di Fëdor Dostoevskij, che ha ispirato molteplici adattamenti teatrali e cinematografici, è un viaggio nell’animo umano, nel desiderio, nella solitudine e nelle possibilità di redenzione attraverso l’amore.

Portare in scena Le notti bianche offre una straordinaria opportunità per esplorare temi universali come la solitudine esistenziale, la fragilità dell’animo umano e il sogno dell’amore perfetto. 

I protagonisti Le notti bianche

L’opera

Il sognatore è un fantasma che si aggira nelle vite degli altri, prende dalla realtà e la trasforma, crea e disfa storie nella sua testa. Perso nei suoi viaggi mentali, spesso si dimentica del mondo reale. 

La solitudine è il motore della sua immaginazione che lo porta a vagare di notte, cercando incontri che possano nutrire la sua fantasia.

Lui conosce tutti ma nessuno conosce lui, bloccato tra l’attesa della vita e la paura stessa di vivere. Vive così intensamente le sue allucinazioni da non riuscire ad aprirsi agli altri, terrorizzato dallo scontro con la realtà.

Gli unici dialoghi sono con le case e gli edifici che lo circondano. 

Dà vita agli oggetti inanimati pur di non confrontarsi con la vita vera delle persone. Si sente inadeguato, inadatto alla quotidianità e alle dinamiche relazionali che lo obbligherebbero a mettere in discussione il suo mondo immaginario. 

L’incontro con Nasten’ka arriva per caso, in una notte bianca in cui il giorno si confonde con la notte. Riesce ad avvicinarla solo perché scorge in lei un momento di fragilità.

Nonostante le raccomandazioni della ragazza, il sognatore s’innamora e di fronte a questo sentimento autentico anche il più vivido dei sogni si offusca, la timida fantasia si mostra per quello che è: “schiava di un’ombra, di un’idea”.

E invano il sognatore fruga nei suoi vecchi sogni, cercandone uno che possa scaldarlo come l’emozione che sta provando nell’incontro con Nasten’ka. 

Perché anche la più elaborata delle allucinazioni non può competere con la vita che esplode

In questo modo, il posto dei sogni verrà rapidamente sostituito dai rimpianti: “Come veloci volano gli anni! E ancora ti chiedi: che ne hai fatto di quei tuoi anni? Dove hai seppellito il tuo tempo migliore? Sei vissuto oppure no?

Tra la nostalgia per quello che non ha mai vissuto e, la malinconia per le occasioni sprecate, il sognatore trascorre quattro notti con Nasten’ka assaporando per la prima volta nella sua vita la consistenza della realtà, l’adrenalina del presente e la possibile costruzione di un futuro.  

Da qualche parte dentro di sè desidera una vita normale, ma non gli appartiene. Tanto che quando gli si presenta la possibilità di vivere una relazione con un’altra persona non riesce ad accontentarsi dell’incontro e si innamora.

Ha bisogno di vivere all’estremo e non è in grado di misurare le sue emozioni.

Nei sogni può ottenere quello che vuole (pagandone poi il prezzo nel momento del risveglio e del disincanto) ma l’impatto che l’incontro con Nastenka ha in lui è devastante perché intravede la possibilità di vivere un sogno reale, ad occhi aperti, attraverso un incontro tra corpi che non è mai riuscito a concedersi. 

Note di regia di Stefano Cordella

Lo spettacolo è costruito sullo scheletro drammaturgico e tematico del racconto di Dostoevsky per poi prendere un respiro più contemporaneo nel linguaggio e in alcuni riferimenti. 

Lo spazio scenico ha pochi elementi essenziali che mettono gli attori nella condizione di lavorare principalmente sulla relazione, sul bisogno estremo che hanno i personaggi di essere visti e riconosciuti.

Le luci e la musica, suonata live dagli attori con una tastiera elettronica, avranno un ruolo molto importante nel raccontare il rapporto tra sogno e realtà.

Il Sognatore e Nasten’ka vivranno insieme quattro notti che cambieranno per sempre le loro vite, in un viaggio intimo e poetico alla disperata ricerca di almeno un’istante di autentica felicità. 

“Un intero attimo di beatitudine… E’ forse poco nella vita di un uomo?

Note alla drammaturgia di Elena C. Patacchini 

Ci coglie sempre impreparati la domanda: quanto è reale quello che viviamo? Le situazioni che abitiamo, tutte le cose che ci circondano, esistono davvero

Un luogo mentale, quello raccontato – quello scoperto – dove tutto accade mentre non accade niente. Dove ogni incontro e ogni parola, dove ogni emozione (anch’essa immaginaria?), dove tutto viene vissuto fino all’eccesso senza obiettivi e durata, ma solo per assecondare il proprio inestinguibile destino di apparizione e poi – silenziosa, misera, umana – scomparsa.

Il lavoro di riscrittura si è sviluppato a partire da una volontà di conservare l’essenza dell’opera.

I personaggi si sono reinventati e calati in un incerto e desolante contemporaneo. La struttura ha ceduto dove incapace di sopportare il peso dell’oggi. Perché a distanza di quasi 200 anni, gli interrogativi esistenziali proposti da Dostoevskij sembrano intatti.

Stiamo davvero vivendo? Che fine fanno i nostri sogni? È sbagliato, o pericoloso, affidarsi alla nostra fantasia, dimenticando di abitare il quotidiano con le sue piccole concrete presenze?

Le notti biancheTeatro Litta

da martedì a sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30

durata spettacolo: 70 minuti

Biglietti acquistabili sul sito e punti vendita Vivaticket

Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45

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