“NON SI FA COSÌ”: la commedia che fa riflettere

Non si fa così locandina

Il 15 febbraio è andato in scena al Teatro Team di Bari “Non si fa così” di Audrey Shebat, con la regia di Francesco Zecca e con protagonisti Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace.

TRAMA

Lo spettacolo inizia con un colpo di scena: Giulio, un affermato psicanalista, prepara tutto il necessario per impiccarsi.

Proprio mentre sta per compiere questo gesto estremo, sua moglie Francesca, pianista di fama mondiale, torna prima del previsto dal suo viaggio in cui aveva ricevuto un premio per la sua carriera, e riesce a fermarlo.

Inizia così una lunga notte di riflessioni, discussioni e considerazioni sulla vita, che porterà i due coniugi a leggersi dentro, ad analizzare il loro rapporto e a prendere una decisione: perdere tutto o ricominciare.

LO SPETTACOLO

La commedia inizia con un uomo, apparentemente sconfitto dalla vita, che beve per trovare il coraggio di portare a termine il suo piano: compiere un “salto nel buio senza ritorno”, suicidarsi.

Questo spinge lo spettatore a chiedersi già da subito cosa abbia portato Giulio a compiere questo gesto.

La forza dello spettacolo è proprio questa: far diventare partecipe il pubblico spingendolo a porsi domande di pari passo con la narrazione.

Francesca è ovviamente scioccata da questo gesto del marito e inizia a interrogarlo sul perché lo avesse fatto. Da qui, parte un dialogo molto profondo tra i due, che inevitabilmente spinge lo spettatore a portare quelle riflessioni nella sua vita.

I due protagonisti, offrono una performance realistica e profonda. Passando in rassegna la loro vita, si accorgono di essere accomunati da frustrazione e insoddisfazione.

Come se avessero vissuto solo per compiacere gli altri, dimenticandosi di sé stessi e di comunicare tra loro, lasciando molti “non detti” che a lungo andare avevano portato lacune nel loro rapporto.

La prima cosa che Francesca fa è cercare la lettera d’addio, lettera che però Giulio non ha scritto, né per lei né per nessuno.

Giulio, ancora incastrato nella corda che stava usando per impiccarsi, viene redarguito dalla moglie, perché “non si fa così”. Infatti, ritiene il comportamento del marito un comportamento da “mostro” e da insensibile verso chi ama.

Inizialmente, sembra che Francesca volesse questa lettera solo per placare i sospetti degli altri, perché sicuramente tutti le avrebbero posto mille domande riguardo l’accaduto e lei voleva essere preparata a rispondervi.

In realtà, si arriva a capire che quella lettera per lei sarebbe stata semplicemente un modo per rendere questa decisione di suo marito più sopportabile per sé stessa.

Infatti, dal profondo e toccante dialogo tra i due, ciò che salta all’occhio è come entrambi provassero sentimenti molto forti l’uno per l’altro, ma che nessuno dei due era in grado di esprimere a pieno.

Entrambi troppo concentrati sulle loro singole vite e sul personaggio che ogni giorno dovevano interpretare: la pianista austera e di successo e l’analista buono e disponibile pronto a risolvere i problemi di tutti.

I PERSONAGGI

Dal punto di vista attoriale, Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace sono ineccepibili: sono riusciti a portare in scena dei personaggi ben definiti, probabilmente anche molto vicini alla vita di ognuno di noi.

Francesca, una donna forte e di successo ma allo stesso tempo fragile, e Giulio, un uomo che è sempre stato “un bravo ragazzo” e che “ha fatto tutto come si deve”, trovandosi però ad essere sopraffatto dalla vita, e di conseguenza senza averne il pieno controllo, e bloccato in situazioni in cui non vede piaceri ma solo doveri.

LA SCENOGRAFIA

La scenografia è molto semplice, si svolge tutto in un salotto.

Il sipario è già aperto e vediamo un tavolo, tanti vinili e un giradischi, varie bottiglie di liquori e fogli stropicciati che contengono tentativi a vuoto di scrivere lettere d’addio.

Entra subito Giulio, che porta tutta l’attrezzatura per impiccarsi e inizia a montarla; poi appare Francesca che smonta tutto, beve per cercare di riprendersi dallo shock, e mette ulteriore confusione.

A fine spettacolo, all’alba, troviamo un salotto pienamente vissuto, con tutti gli oggetti di scena utilizzati dai protagonisti, quindi una confusione totale a cui però si contrappone una grande chiarezza. La scelta dei due coniugi di lasciare tutto e partire per una nuova vita insieme, all’insegna della semplicità e della ricerca della felicità.

PER CONCLUDERE

L’unico aspetto che andava forse migliorato è il ritmo. Aggiungere qualche pizzico di umorismo in più o qualche colpo di scena, avrebbe probabilmente reso il ritmo più incalzante, visto che a volte, sembrava che certe tematiche si ripetessero o venissero troppo sviscerate, facendo così perdere l’attenzione allo spettatore.

Per quanto riguarda la performance, c’è da applaudire i due attori, che hanno intrattenuto il pubblico per un’ora e mezza, riuscendo a far formulare ipotesi e conclusioni che solo alla fine trovano risposte in un finale inaspettato.

Vedere i due coniugi lasciare le loro vite, i figli, le famiglie per ricominciare tutto, ha sicuramente dato una bella ondata di sorpresa e positività a tutto il pubblico a teatro.

Nel complesso, la commedia scorre, alternando momenti di rabbia, umorismo, frustrazione e un pizzico di follia, permettendo allo spettatore di capire le emozioni e i punti di vista dei due personaggi, e di avere una visione a 360° su tutti i temi che toccano: le motivazioni che avevano spinto Giulio a compiere l’irreparabile, le rispettive carriere, il matrimonio e la visione del loro futuro.

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