Amore, famiglia, ambizione: la storia intramontabile delle nostre “Piccole donne”
È la fine dell’800. La Guerra di secessione americana fa da sfondo alle vicende
familiari delle sorelle March. È natale, non lo stesso di sempre senza papà.
Povertà, sogni, amore, famiglia, speranza. È questo il connubio perfetto per una storia
che attraversa le generazoni ma non muore, nemmeno ai giorni nostri. Anzi, vive,
respira e ci ricorda quello che stiamo perdendo.
A farci rivivere la trama della Alcott è la Compagnia dell’Alba con il musical
“Piccole donne”, in tour nei teatri italiani anche nella prossime settimane.
Lo spettacolo ha debuttatato con successo a gennaio presso il teatro Tosti di Ortona
con la regia e le coreografie di Fabrizio Angelini.
Jo, protagonista indiscussa del romanzo è il personaggio che corrisponde più alla
scrittrice stessa e, non a caso, quello che sin dall’inizio guida la scena e porta il
pubblico ad affezionarsi, a procedere con lei.
Determinata, coraggiosa, ribelle, incarna un ideale femminile sicuramente più vicino
a noi che all’epoca. Jo annulla le distanze tra il tempo della storia e il tempo del
racconto portando il pubblico a partecipare alla messa in scena, spesso, dal suo punto
di vista. Ci ha fatto sorridere con i suoi modi poco raffinati ma al tempo stesso ha
trasmesso una dose di libertà scevra dalle convenzioni, dai dogmi, dalle rigidità del
corretto comportamento. Sempre protettiva verso Meg (la maggiore), Beth
(secondogenita) ed Amy (la più dolce e piccola). Quattro sorelle diverse, ognuna
riconoscibile e speciale a suo modo. Ognuna con i propri desideri, con le fragilità, le
paure che sente una piccola donna in procinto ad affacciarsi alla vita, al mondo.
Una storia di solidarietà, una storia che fa bene al cuore.
Uno spettacolo che vale la pena vedere, curato nei particolari, pronto ad accogliere il
cuore degli spettatori. Letteratura che diventa teatro, musica. Parola che diventa corpo, canto, danza. Bellezza che ci riporta indietro nel tempo per ricordarci che non esiste un prima o un
dopo, che le emozioni esentono dalla temporalità, che stiamo vivendo qui ed ora con
la famiglia March, col natale, con il pianoforte di Beth, le feste da ballo, i quadri di
Amy. Bellezza che vive nell’adolescenza di quelle piccole donne, che tutte siamo
state non troppo tempo fa.
Claudia Martignetti