Pinocchio il Grande Musical è stato l’inizio per molti…
E’ stato un anno difficile, forse ancora di più dello scorso.
I teatri chiusi, i bauli in piazza, le proteste e la voglia di rimanere a galla con idee e iniziative. Qualcuno ha cambiato strada, molti prenderanno nuovi percorsi o ritorneranno sulla via maestra.
Con il mese di maggio si concludono le rubriche di Musical Café per questa stagione.
Ogni venerdì vi ho raccontato di uno spettacolo che fosse in qualche modo attinente con l’attualità o che avesse curiosità particolari o che fosse legato a qualche anniversario.
Ho sempre tentato di non incappare nei musical interpretati da Manuel Frattini per quel reverenziale rispetto nei confronti del grande artista che è stato, che è rimasto nel cuore di tutti e per paura di dire qualcosa di sbagliato o forzato. E perché ogni volta mi veniva un nodo alla gola.
Invece per questo ultimo venerdì ho deciso di ricordarvi un musical che è stato l’inizio per molti: Pinocchio.
Pinocchio il Grande Musical è stato portato in scena dalla Compagnia della Rancia nel lontano 2003 per la regia di Saverio Marconi, con le musiche degli allora ancora Pooh (le musiche di Dodi Battaglia, Red Canzian, Roby Facchinetti. Le liriche di Stefano D’orazio, quanto ci manca anche lui, e di Valerio Negrini. Il testo di Pierluigi Ronchetti e Saverio Marconi).
Per la versione in musical della fiaba di Collodi sono stati messi in campo gli effetti speciali dell’americano Erix Logan, le scene di Antonio Mastromattei, i costumi di Zaira de Vincentiis, le coreografie di Fabrizio Angelini, la direzione musicale di Giovanni Maria Lori, il disegno luci di Chris Ellis e il disegno tecnico di Enrico Porcelli.
Anche il cast era da urlo: c’era Lena Biolcati, Mauro Simone, Andrea Verzicco, Felice Casciano, Simona Patitucci, Pietro Pignatelli, Marco Brancato, Arianna e….Manuel Frattini.
Non serve uno spettacolo in particolare per ricordarci di lui: non c’è allievo, performer, regista, tecnico e spettatore che si sia dimenticato di lui, di quella gentilezza che ti faceva sempre sentire a tuo agio, quel sorriso ad ogni occasione anche se era stanchissimo, quelle parole buone che generosamente donava a chiunque, anche a chi non sapeva chi fosse eppure gli parlava come se lo conoscesse da una vita.
Pinocchio è stato l’inizio per molti, che da spettatori hanno cominciato a seguire il musical, che da artisti hanno mosso i primi passi, hanno imparato e proseguito, chi sul palco, chi dietro le quinte. L’inizio di chi ha deciso per l’insegnamento di giovani che guardando Manuel Frattini hanno dichiarato che da grandi avrebbero voluto fare come lui, e si sono iscritti a scuole e Accademie.
Ora che la versione di Pinocchio il grande Musical è, dal 26 maggio scorso, disponibile su Amazon Prime Video, quei pochi che non lo conoscono possono vederlo in tv, per comprendere la magia di questo spettacolo.
Pinocchio è un percorso di formazione: da burattino a bambino, quella metafora evolutiva che permette di crescere e cambiare, di decidere e scegliere. Ci insegna che l’amore è la parola giusta, la risposta ad ogni domanda e difficoltà della vita. Un passaggio che si comprende solo quando si percepisce l’altro come parte integrante di se stessi e della propria felicità.
Un momento che Pinocchio comprende guardando la Luna e chiedendo quell’ultimo desiderio.
Pinocchio è come il primo grande amore, difficile da dimenticare: non ne parli per pudore e rispetto, ma ce l’hai sempre nel cuore.
Qualunque strada prenderai, qualunque passione nuova farà parte della tua vita, ti ricorderai di quella che ti ha insegnato ad amare tutte le altre.
Le Chicche di Caffè si fermano per la pausa estiva. Io invece vi saluto: camminerò per nuovi sentieri, ma ricorderò sempre il mio primo grande amore.
Sarah Pellizzari Rabolini