“Rent” il musical rivoluzionario per le sue tematiche

Dal “Rent” boheme di Jonathan Larson alla regia “famigliare” di Chris Columbus

C’era una volta Jonathan Larson, compositore e drammaturgo squattrinato, trasferitosi in un appartamento nei sobborghi di Manhattan nella speranza di poter vivere della propria arte. Per anni Larson visse in condizioni disagiate, producendo una serie di prodotti teatrali che ebbero più o meno successo.

Il più famoso tra questi fu certamente “tick, tick… BOOM!”, un “monologo rock” autobiografico, basato in particolar modo sui fallimenti degli spettacoli di Larson. Col tempo questo show è stato molto rivalutato, con una produzione cinematografica in lavorazione. protagonisti saranno Andrew Garfield e Vanessa Hudgens. Alla regia troveremo per la prima volta nella sua carriera, il poliedrico Lin-Manuel Miranda. Il compositore aveva già diretto una produzione teatrale dello spettacolo con protagonisti, oltre a sé stesso, Karen Olivo e Leslie Odom Jr.

Finalmente, nel 1996, la svolta per Larson. Dopo una iniziale premiere 2 anni prima e 3 anni di rielaborazioni e riscritture, debutta il 25 gennaio nell’Off Broadway il suo musical “Rent”, basato sull’opera lirica “La Boheme” di Giacomo Puccini.

Lo show è un successo immediato. Ogni replica è sold out e ad aprile lo spettacolo è spostato a Broadway, dove resterà in scena continuativamente fino al 7 settembre 2008.

Ai Tony Awards di quell’anno “Rent” viene candidato a 10 Tony Awards, vincendone quattro tra cui “miglior musical”. Ottiene 6 Drama Desk Awards e il Premio Pulitzer per la drammaturgia.

Tuttora il musical è ferventemente amato da una schiera di fan che si definiscono “RENT-heads”.

Fu il primo spettacolo di Broadway ad utilizzare una “lotteria” di biglietti a causa dell’alta richiesta da parte del pubblico, metodologia ancora oggi in uso.

Un successo nato dall’immedesimarsi della Generazione X con le difficoltà dei protagonisti, con la loro ribellione nei confronti del sistema e con il loro amore per l’arte. Un successo di cui, purtroppo, Jonathan Larson non poté mai godere. Il compositore morì improvvisamente la notte precedente la prima, lasciandosi alle spalle un’eredità quasi mitica.

“Rent” è ambientato tra il Natale del 1989 e quello del 1990. Si concentra su un gruppetto di amici, artisti squattrinati che si ribellano contro il padrone di casa, il loro vecchio amico Benny, per non pagare l’affitto. Mark è un aspirante regista che fa da narratore della vicenda. Vive insieme a Roger, un musicista che sta cercando di scrivere “una canzone gloriosa”. Completano il gruppo di amici Tom Collins, professore anarchico licenziato da poco, e l’ex fidanzata di Mark, Maureen, con la sua nuova ragazza, Joanne. Due persone cambieranno radicalmente la vita dei personaggi: Mimì, la giovane vicina di casa tossica, e Angel, una drag queen che con la sua dolcezza affascinerà Collins. Su di loro l’ombra della malattia del secolo: l’AIDS, di cui molti dei protagonisti sono malati.

“Rent” si dimostrò rivoluzionario per la sua epoca anche per la naturalezza con cui trattava argomenti scabrosi come l’abuso di droga, la malattia, l’omosessualità. Argomenti che difficilmente si vedevano a teatro, ma che i giovani del tempo vivevano sulla loro pelle.

Come con “tick, tick… BOOM!” Larson prese spunto dalla propria vita. Le condizioni di vita in cui vivono i protagonisti sono riconducibili a quelle in cui lo stesso Larson visse per anni. Parte della vicenda di Mark e Maureen è inoltre ispirata ad una vicenda realmente avvenuta a Larson. La sua fidanzata l’aveva infatti lasciato per una ragazza. Oltre a ciò, nonostante la crisi dell’AIDS fosse stata parzialmente superata, quello stesso anno con la scoperta dell’Haart, l’autore aveva vissuto circondato da amici malati e ne aveva persi diversi.

I nomi dei personaggi che si presentano durante la scena del gruppo di supporto di malati di AIDS venivano cambiati di notte in notte, a Broadway. Riprendevano, infatti, quelli di persone vicine al cast che erano malate o morte a causa della malattia.

In Italia “Rent” arrivò nel 2000, prodotto da Nicoletta Mantovani, diretto da Fabrizio Angelini con protagonisti giovani attori emergenti e con la canzoni tradotte in italiano.

Tra questi interpreti ricordiamo il ballerino Michele Carfora nel ruolo di Roger, Gabriele Foschi nel ruolo di Mark, Francesca Taverni nei panni di Maureen, Roberta Faccani (voce dei Mattia Bazar dal 2004) in quelli di Joanne. In alcuni ruoli secondari ricordiamo inoltre Matteo Setti (futuro Gringoire in “Notre Dame de Paris”) e Graziana Borciani (oggi membro del gruppo musicale “Oblivion“). Il cast originale del musical si è riunito a febbraio di quest’anno per i vent’anni dal debutto italiano, mettendo in scena un concerto al Teatro Duse di Bologna.

Qui sotto potrete rivivere i magici momenti di quella serata tramite il servizio del nostro Insider Luca Ferba.

Intervista di Luca Ferba per l’evento RENT 2020 al @teatroduse di Bologna
Nel 2005 da “Rent” è stato tratto un film. Alla regia Chris Columbus, conosciuto per film come “Mamma ho perso l’aereo” e le prime due pellicole della saga cinematografica di “Harry Potter”. Il regista volle nella parte dei protagonisti gli attori del cast originale di Broadway. Ripresero i propri ruoli Anthony Rapp (Mark), Adam Pascal (Roger), Jesse L. Martin (Benny), Idina Menzel (Maureen), Taye Diggs (Collins) e Wilson Jermaine Heredia (Angel). Al cast si aggiunse Rosario Dawson nella parte di Mimì, in sostituzione di Daphne Rubin Vega, allora incinta. Tracie Thoms, al posto di Fredi Walker, interpretò Joanne. La Thoms avrebbe poi ripreso la parte più volte sul palco.

Al contrario del musical il film non ebbe grande successo, ricevendo recensioni per lo più negative. Questa recezione può essere imputata anche alle molte differenze presenti rispetto allo spettacolo originale, che ne minano la struttura.

In primo luogo notiamo che, mentre il musical è quasi interamente cantato durante la sua intera durata, il film ha deciso di tramutare molti brani in semplici dialoghi o di inventarne di nuovi per “coprire” le sezioni tra una canzone e un’altra. Necessità anche dovuta al fatto che il primo atto dello spettacolo si concentra tutto attorno ad un’unica notte, quella della Vigilia di Natale. Al contrario nel film le azioni dei protagonisti si protraggono per diversi giorni, coprendo il periodo che va dalla Vigilia a Capodanno.

Rispetto al musical originale, notiamo l’eliminazione o lo spostamento di diversi numeri musicali. “Seasons of love“, la canzone più famosa del musical, è stata posta ad inizio film. In origine questa si trovava all’inizio del secondo atto e segnalava, appunto, il passaggio al nuovo anno e le considerazioni dei personaggi riguardo a ciò che definisce la loro vita. E’ comprensibile la volontà di Columbus di partire “in quarta”, ma questo posizionamento risulta un po’ fuori luogo.

Completamente eliminate le “voice mail” che varie figure autoritarie lasciano ai protagonisti (genitori, capi di lavoro…), che ne sottolineano l’ipocrisia e la ridicolaggine. ELiminati anche tutti i numeri dedicati ai senzatetto, fatto che fa perdere una certa dimensione sociale presente nell’opera originale.

Perdita cospicua quella della sezione che include “Halloween” e “Goodbye love”. Le scene comprendenti queste canzoni furono girate, ma eliminate dal prodotto finale. Questi numeri si svolgono subito dopo il funerale di Angel ed esplicitano le motivazioni di molti personaggi. Oltre a ciò presentano una serie di situazioni che, eliminate, “troncano” il finale: le riappacificazioni tra Maureen e Joanne, l’addio di Roger, Mark e Mimì e la proposta di Benny di pagare per lei la riabilitazione. Viene così a mancare, inoltre, la “riabilitazione” di Benny, personaggio che nel musical alla fine si riappacifica con i protagonisti, tornando alle sue radici bohemien e chiudendo il suo arco narrativo. Columbus affermò di aver tagliato quei numeri per paura che costituissero un “sovraccarico emotivo” per lo spettatore, dopo la morte di Angel.

Un uguale destino ebbe una scena che riguardava April, l’ex fidanzata di Roger. Il musical mette subito in chiaro che la ragazza si è suicidata dopo aver scoperto di essere malata. La scena eliminata in questione mostrava appunto il suicidio della ragazza, ma il regista decise di escluderla perché pensava fosse “troppo”. Manca completamente, poi, il numero “Contact”, una scena onirica che rappresenta un rapporto sessuale tra le tre coppie protagoniste.

Questi casi sembrano riassumere perfettamente l’attitudine di Columbus: un regista che ha paura di andare “oltre” e che quindi elimina, per quanto gli è possibile, elementi eccessivamente scabrosi. Un approccio certo adatto ai suoi film per la famiglia, ma che in una storia amata per la sua natura trasgressiva come “Rent” risulta decisamente fuori luogo.
rent
Locandina del film

Alcuni elementi della trama sono stati poi modificati. Esemplare il “fidanzamento” di Joanne e Maureen che, oltre a non essere presente nel musical originale, risulta anche assolutamente irrealistico. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso infatti è legale in tutta America dal 2015.

Mark nel musical originale decide di accettare un lavoro che lo entusiasma poco, dopo la morte di Angel. Mancando qui il numero “Halloween” la sua decisione viene presa forzatamente per pagare l’affitto. Una scelta che non solo entra in diretto conflitto con l’obiettivo iniziale del gruppo, ma che rende anche non necessaria l’intercessione di Mimì presso Benny per riavere l’appartamento.

Nonostante questi difetti, che indeboliscono molto la caratterizzazione dei personaggi, il film presenta dei momenti particolarmente godibili. Il numero meglio riuscito è certamente “La vie Boheme”, ben coreografato e intriso di allegria trasgressiva che buca lo schermo.

Tango: Maureen” presenta un’interessante messa in scena che vede Mark e Joanne ballare effettivamente con la stessa Maureen. In “Out tonight” possiamo assistere ad una delle serate di Mimì al bar in cui lavora, solamente citato allusivamente nel musical. “Without you” mostra il passaggio del tempo e il deteriorarsi della salute di Angel e della relazione di Roger e Mimì. Impossibile non emozionarsi in “I’ll cover you-reprise”, anche grazie all’interpretazione strappalacrime di Jesse L.Martin.

Gli attori del cast originale, tutti di classe 70\71, poco si adattano con la loro età ai ruoli di giovani artisti. Tuttavia la loro precedente esperienza dà vita a ottime performance canore e permette loro una conoscenza profonda dei personaggi.

In generale mi sento di consigliare questa versione di “Rent” se si è interessati ad assistere alle performance del cast originale di Broadway. Non molti film tratti da musical si affidano interamente ad artisti del settore, e va dato onore a Columbus per la sua scelta di non affidarsi esclusivamente a grandi nomi.
Se siete interessati invece a godere di un’esperienza più simile a quella teatrale non posso non suggerirvi la registrazione dell’ultima esibizione a Broadway, avvenuta nel 2008.

Questa versione, pubblicata anche in Italia col titolo “Rent: Filmed Live on Broadway”, vede la partecipazione del cast originale ed è dotato di ottimi interpreti. Ricordiamo Adam Kantor nel ruolo di Mark, Will Chase in quello di Roger, Renée Elise Goldsberry (Angelica in “Hamilton“) nei panni di Mimì, Eden Espinosa nella parte di Maureen. Tracie Thoms riprende qui la parte di Joanne.

Un omaggio alla “vie boheme” privo di compromessi e trasgressivo, che nella sua forma più pura ancora appassiona fan di vecchie e nuove generazioni.

Silvia Strambi

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