Al Teatro Garbatella di Roma il 27 e 28 gennaio andrà in scena per la rassegna teatrale “Puck – Nuove proposte Teatrali” lo spettacolo “SOBRIO O UBRIACO?” della autrice e attrice Asia Giulia Quarta. Nel cast anche Kevin Magrì nel ruolo di Enea e Lucia Torre nel ruolo di Erika, mentre la regia dello spettacolo è di Serena Masullo con l’aiuto regia di Elena Biagetti. Abbiamo intervistato i giovani e promettenti attori insieme alla regista per scoprire tutti i retroscena dello spettacolo e del Teatro. Per info e prenotazioni: https://www.diyticket.it/events/teatro/15064/sobrio-o-ubriaco
COME NASCE L’IDEA DI QUESTO SPETTACOLO?
A.G.Q.: L’idea nasce da un pensiero fisso: “ma quanto sarebbe bello fare uno spettacolo dove indosso per tutto il tempo un abito da sposa?” e avevo talmente tanta voglia di indossarlo che l’ho scritto in una settimana (ride, N.d.R.). Lo spettacolo nel complesso è nato un anno fa, ovviamente andando avanti con la scrittura abbiamo modificato un po’ di cose ed è di conseguenza “maturato” con il tempo.
Foto di Camilla Greco
QUALI SONO LE TEMATICHE PRINCIPALI DELLA COMMEDIA?
Fondamentalmente è una commedia brillante, volevo parlare di amicizia, di segreti, di quelle che sono le maschere che poi indossiamo tutti nella vita, sia con gli estranei ma soprattutto a volte con le persone con cui siamo più legati. La nostra forza più grande siamo noi stessi, non puoi aggrapparti agli altri, te la devi cavare da sola ed è proprio quello che succede al personaggio di Samantha (la sposa in crisi) che cerca di sfuggire in tutti modi al confronto con le proprie paure. Abbiamo toccato inoltre diversi temi come quelli legati alle dipendenze o ai traumi infantili e LGBTQI+
QUAL E’ LA RELAZIONE CON GLI ALTRI PERSONAGGI? ANCHE LE MASCHERE DEGLI ALTRI VERRANNO SVELATE?
S.M.: Sì fondamentalmente anche gli altri personaggi indossano una maschera, indubbiamente diversa da quella di Samantha perché il suo personaggio è quello più diretto alla fragilità delle emozioni, però ciò non vuol dire che questo processo di smascheramento non avvenga anche negli altri personaggi. Abbiamo il personaggio di Enea, interpretato da Kevin Magrì, che nasconde anch’egli un segreto ma utilizza la maschera della leggerezza e della superficialità per nascondere a tutti il mondo profondo invece che ha dentro.
Stesso vale per il personaggio di Erika, interpretato da Lucia Torre, che invece è una fortezza di segreti, si trattiene tutto dentro fino al punto in cui esploderà all’interno dello spettacolo rivelando qualcosa di inaspettato a Samantha. La cosa più importante secondo me di questo spettacolo è il profondo affetto che entrambi i personaggi nutrono per Samantha, c’è una presa di coscienza da parte degli altri due personaggi proprio nel momento in cui la supportano e la spingono a farcela.
COME STATO LAVORARE INSIEME?
S.M.: Il mio coinvolgimento nello spettacolo è nato per caso, io e Lucia siamo amiche da tanti anni e un giorno mi ha proposto di venire a vedere le prove dello spettacolo per un consiglio e mi sono ritrovata a fare la regista. Lavorare con loro è bellissimo perché sono un gruppo davvero affiatato, si fidano l’uno dell’altro. Inutile dire che ci sono stati momenti di crisi ma non mi sono mai sentita in difficoltà anzi, mi sono sentita sempre accolta e ascoltata.
K.M. : lavorare con serena è stato bellissimo, dobbiamo solamente ringraziarla per tutti i consigli e l’aiuto che ci ha dato, tutti gli attori vorrebbero sentirsi dirigere nel modo in cui lo ha fatto lei. Non è scontato tener conto del lato umano in questo lavoro e lei è stata molto molto brava a portarci a quella che è poi l’essenza di ogni personaggio.
QUANTO E’ DIFFICILE PORTARE I GIOVANI OGGI A TEATRO?
Difficilissimo, soprattutto perché non c’è un adeguato insegnamento nei confronti del teatro e in più perché spesso le uniche rappresentazioni accessibili nel contesto scolastico sono legati alla Shoah quindi argomenti molto molto impegnativi. Spesso non si va a teatro perché non si sa che esiste un teatro di commedia o comunque un teatro che tratta argomenti tosti con fare decisamente più leggero.
PERCHE’ IL PUBBLICO DOVREBBE VENIRE A VEDERVI ALLORA?
Perché in modo brillante vogliamo lasciare al pubblico non solo una sensazione ma un’emozione, qualcosa che si possa portare a casa e su cui possa riflettere.
3 PAROLE PER DESCRIVERE LO SPETTACOLO?
Uragano, umano, vero.
Non ci resta che augurare a questi giovani teatranti un grandissimo in bocca al lupo e “merda merda merda”.
Federica Imparato