SONIA BERGAMASCO in LA LOCANDIERA di Carlo Goldoni al Teatro della Pergola di Firenze

Sonia Bergamasco in

LA LOCANDIERA

di Carlo Goldoni

con Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Annibale Pavone, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo

regia Antonio Latella

drammaturga Linda Dalisi

scene Annelisa Zaccheria

costumi Graziella Pepe

musiche e suono Franco Visioli

luci Simone De Angelis

assistente alla regia Marco Corsucci

assistente alla regia volontario Giammarco Pignatiello

produzione Teatro Stabile dell’Umbria

Personaggi, interpreti

Il Cavaliere di Ripafratta, Ludovico Fededegni

Il Marchese di Forlipopoli, Giovanni Franzoni

Il Conte di Albafiorita, Francesco Manetti

Mirandolina,locandiera, Sonia Bergamasco

Ortensia, comica, Marta Cortellazzo Wiel

Dejanira, comica, Marta Pizzigallo

Fabrizio, cameriere di locanda, Annibale Pavone

Servitore, Gabriele Pestilli

Durata: 2h e 30’, intervallo compreso

5 – 10 novembre | Teatro della Pergola (martedì, mercoledì, venerdì, sabato, ore 21; giovedì, ore 19; domenica, ore 16)

Antonio Latella dirige Sonia Bergamasco nel ruolo di Mirandolina, la scaltra locandiera di Carlo Goldoni. Al Teatro della Pergola, dal 5 al 10 novembre, un classico della tradizione teatrale, una commedia che riscrive la storia e, per questo, ci riguarda tutti.

Mercoledì 6 novembre, ore 18, Sonia Bergamasco e tutta la compagnia incontrano il pubblico. Coordina Matteo Brighenti. L’ingresso è libero con prenotazione online su www.teatrodellatoscana.it

Un classico della tradizione teatrale, una commedia che riscrive la storia e, per questo, ci riguarda tutti. Antonio Latella dirige Sonia Bergamasco ne La locandiera di Carlo Goldoni al Teatro della Pergola dal 5 al 10 novembre, ponendo l’accento sulla straordinaria attualità del primo testo italiano in cui è protagonista una donna. Per farlo, trasforma Mirandolina in una sorta di eroina che sconfigge l’universo maschile.

Corteggiata inutilmente da aristocratici sfaccendati e offesa dall’ostinata misoginia del Cavaliere di Ripafratta, la donna sa tenere a bada i nobili pretendenti e, allo stesso tempo, punire il Cavaliere, facendolo innamorare, salvo decidere, poi, di sposare Fabrizio, il suo servitore.

La protagonista compie così una scelta politica: mettendo a capo di tutto la servitù, decide di nobilitare i commercianti e gli artisti, trasformando la locanda nel luogo in cui viene riscritta la storia teatrale del nostro Paese.

Note di regia

Penso a Café Müller di Pina Bausch. Penso a una donna nata e cresciuta nella Locanda. Un luogo-mondo che accoglie infiniti mondi. Nel testo goldoniano il tema dell’eredità è il punto cardine di tutto. Mirandolina seduta sul letto di morte del padre riceve in eredità la Locanda, ma anche l’ordine di sposarsi con Fabrizio, il primo servitore della Locanda. In questo credo che ci sia una inconsapevole identificazione del padre con il servo, come erede virtuale in quanto maschio. Più che un uomo per la figlia, il padre sceglie un uomo per la Locanda, un uomo pronto a tutto pur di proteggere la Locanda. Credo che Goldoni con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo, un gesto di sconvolgente contemporaneità: innanzitutto siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna, ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Di fatto Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese. Scegliendo alla fine il suo servitore come marito fa una scelta politica, mette a capo di tutto la servitù, nobilita i commercianti e gli artisti, facendo diventare la Locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro paese si riscriverà, la storia che in qualche modo ci riguarda tutti. Goldoni fa anche un lavoro sulla lingua, accentuando un italiano toscano. Per essere Mirandolina bisogna essere capaci di mettersi al servizio dell’opera, ma anche non fare del proprio essere femminile una figura scontata e terribilmente civettuola, cosa che spesso abbiamo visto sui nostri palcoscenici. Spesso noi registi abbiamo sminuito il lavoro artistico culturale che il grande Goldoni ha fatto con questa opera, la abbiamo ridimensionata, cadendo nell’ovvio e riportando il femminile a ciò che gli uomini vogliono vedere: il gioco della seduzione. Goldoni, invece, ha fatto con questo suo testamento, una grande operazione civile e culturale. Siamo davanti a un manifesto teatrale che dà inizio al teatro contemporaneo, mentre per una assurda cecità noi teatranti lo abbiamo banalizzato e reso innocente. La nostra mediocrità non è mai stata all’altezza dell’opera di Goldoni e, molto probabilmente, non lo sarò nemmeno io. Spero, però, di rendere omaggio a un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana: parlo di Massimo Castri.

Antonio Latella

Teatro della Pergola

Via della Pergola 18/32, Firenze

Tel 055.0763333

biglietteria@teatrodellapergola.com

Biglietti

Platea € 37 – Palco € 29 – Galleria € 21

Ridotto over 65, convenzioni

Platea € 34 – Palco € 26 – Galleria € 19

Ridotto soci Unicoop Firenze

Platea € 32 – Palco € 24 – Galleria € 19

Ridotto under30, abbonati

Platea € 30 – Palco € 22 – Galleria € 19

I prezzi indicati sono comprensivi dei diritti di prevendita.

Le riduzioni over 65 e under 30 sono valide per le recite dal martedì al sabato.

La riduzione soci Unicoop Firenze è valida per le recite di mercoledì e giovedì.

Gli abbonati al Teatro della Toscana hanno diritto al biglietto ridotto.

Consulta le convenzioni aggiornate sul sito web.

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