Spring Awakening

Musica: Duncan Sheik
Liriche e libretto: Steven Sater
Debutto ufficiale: Broadway, 2006

 

 

Ispirato al dramma teatrale “Risveglio di primavera” di F. Wedekind del 1891, Spring Awakening è un sorprendente musical rock, prodotto nell’Off-Broadway. Dopo solo sette mesi viene trasferito a New York grazie al consenso di critica e pubblico. Qui vince addirittura 8 tra i più prestigiosi Tony Awards e contemporaneamente comincia a fare il giro del mondo. Viene prodotto ovunque in diverse lingue, dal Giappone al Brasile. Anche in Italia debutta nel 2013 per opera della compagnia TodoModo.

La versione originale viene rielaborata dal librettista e dal compositore che insieme creano un musical moderno e oltremodo emozionante. Nel cast troviamo una quasi totalità di adolescenti più due adulti che di volta in volta ricoprono i ruoli dei personaggi più anziani (genitori, insegnanti…).

La storia è ambientata nel diciannovesimo secolo in Germania, e racconta la scoperta e la consapevolezza della sessualità di un gruppo di ragazzi. Essi vivono sotto un’educazione repressiva e bigotta che non permette loro di conoscere e conoscersi, di sperimentare emozioni e sentimenti. Sono costretti ogni giorno a confrontarsi con adulti severi, dalla rigida morale ma allo stesso tempo con la loro ipocrisia. Questo clima porterà inevitabilmente a drammatiche conseguenze.

Al centro delle vicende troviamo Melchior e Wendla (interpretati dai bravissimi Jonathan Groff e Lea Michele, che diventeranno famosi qualche anno più tardi con la serie televisiva Glee) che vivono la loro storia sentimentale e la maturazione sessuale. Quando la ragazza rimane incinta però, la famiglia la costringe ad abortire clandestinamente, mentre il ragazzo viene mandato in riformatorio. Melchior riesce poi a scappare e tornare in città solo per scoprire che Wendla è morta in seguito all’aborto. Parallelamente vediamo svilupparsi le vicende di Mortiz (che si suiciderà per i fallimenti scolastici e le pressioni paterne); le scoperte omosessuali di Hanschen e Ernst; le confessioni di Martha, abusata sessualmente dal padre e la triste storia di Ilse, cacciata di casa e costretta a vagare per il paese come una povera pazza.

Gli argomenti, così duri e toccanti, provocarono la censura e la messa al bando del dramma teatrale del 1891, ma ora trovano finalmente il loro spazio e risultano ancora più efficaci grazie alla regia di Micheal Mayer. In scena insieme agli attori c’è anche la rock band e parte del pubblico, posto ai lati del palco. Mischiati nel pubblico troviamo alcuni cantanti del cast, vestiti in abiti contemporanei, che intervengono nelle parti corali. Il tutto dà un senso di continuità tra passato e futuro, come a sottolineare che la curiosità, la paura e i problemi dei giovani di oggi non sono poi così dissimili da quelli di un tempo.

Difficile scegliere solo alcuni dei brani di questa meravigliosa score. Emozionante il numero d’apertura Mama Who Bore Me che in pochissime parole riesce a riassumere tutto il disagio, la paura e il desiderio di scoprirsi della giovane Wendla. I numeri che saltano più all’occhio sono poi i corali più arrabbiati e rock The Bitch og Living e Totally Fucked. Indimenticabile il suggestivo finale The Song of Purple Summer.

Curiosità: nel 2015 viene messo in scena un revival a Broadway molto particolare. Viene qui utilizzata anche la lingua dei segni per i non udenti, grazie ad un doppio cast di sordomuti. In scena quindi troviamo per ogni personaggio due interpreti che vivono le stesse emozioni esprimendole contemporaneamente con voce e gesti, e interagendo tra di loro come se fossero uno il subconscio dell’altro.

Ascolta The Song Of Purple Summer – Original Broadway Cast Recording

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