L’eterna vittima
Tutti conosciamo la storia del barbiere Benjamin Barker, protagonista del musical “Sweeney Todd“. Viene ingiustamente arrestato e costretto all’esilio dal malvagio giudice Turpin, che desidera avere la bella moglie del barbiere.
Dopo 15 anni Barker riesce a scappare e ritorna a casa, dando vita così a Sweeney Todd. Un uomo nuovo, diverso, forse neanche più definibile tale.
Insieme a Mrs. Lovett (unica a conoscere la sua vera identità), riprende il suo lavoro di barbiere ma, al posto di rasare i suoi clienti, li uccide tagliando loro la gola coi rasoi.
Ciò che spinge Sweeney Todd è la ricerca di vendetta. Vuole uccidere il giudice Turpin che gli ha portato via l’intera famiglia e rovinato la vita.
Ci appare come un uomo crudele, senza scrupoli, quasi barbarico. Non si sente in colpa per tutte le persone innocenti che uccide lungo il suo percorso. È un uomo la cui vera personalità ci sfugge, come se non potessimo comprenderlo appieno. Forse perché è contemporaneamente l’eroe ed il malvagio della sua stessa storia.
Ma sarebbe troppo facile concludere la sua analisi affermando che “la sofferenza che ha provato la trasformato in un mostro”. Non è questo Sweeney Todd.
E lo scopriamo alla fine: quando, senza saperlo, uccide l’amore della sua vita, la signora Barker. Colei che sembrava essere la ragione principale della sua vendetta.
In quell’esatto momento scopriamo che Sweeney Todd non ha mai smesso di recitare la parte della vittima. Per quanto faccia l’impossibile per essere visto e ricordato come il carnefice, il povero barbiere rimane una vittima per tutta la sua vita. Alcuni lo etichetteranno come malvagio, altri come eroe tormentato, altri ancora come ingenuo e stupido. Ma la verità è che per quanto ci provi, per quanto crei o distrugga, egli non è e non riuscirà mai ad essere l’artefice del suo destino.
