UN JUKEBOX BIOGRAFICO O UNA BIOGRAFIA IN MUSICA?
A modo suo, “Tina: the Tina Turner musical” rappresenta un caso emblematico su cui, soprattutto per via dell’apporto della critica internazionale, è possibile riflettere.
Può essere davvero efficace mettere in scena la biografia di un personaggio globalmente conosciuto tramite la forma del jukebox musical?
La storia di questo progetto risale al 2016, quando durante un workshop- con presente la stessa Tina Turner– è stato annunciato che fosse già in fase di lavorazione da circa un anno.
Il debutto è poi avvenuto nel 2018 presso l’Aldwych Theatre di Londra e nel novembre 2019 è arrivato sia in Germania che a Broadway.
Per rendere il progetto ancora più autentico, la Turner è stata direttamente coinvolta nella sua creazione.
LE PERPLESSITA’ DELLA CRITICA
Quello che sembrerebbe non aver convinto la stampa, non ha nulla a che fare con il personale contributo dell’Artista o con la validità dei performers scelti nelle diverse produzioni.
Piuttosto, è stata discussa la modalità di realizzazione: ci si è chiesti, cioè, se fosse questo il modo migliore in cui rappresentare il difficile incastro di una vita a tratti drammatica e un’ascesa al successo che, per quanto positiva, ne è stata una conseguenza.
ANNA MAE BULLOCK: IN ARTE “TINA TURNER”
La biografia di Tina Turner (pseudonimo di Anna Mae Bullock, nata nel 1939 in Tennessee) riporta un avvicinamento graduale al successo tra gli anni Sessanta e Settanta, prima della vera esplosione che l’avrebbe consacrata come Regina del Rock dagli anni Ottanta in poi.
Tra i primi passi mossi nel mondo della discografia internazionale, va però ricordata la fondazione del duo “Ike & Tina Turner”.
Ike è proprio il futuro marito che, a causa della sua dipendenza da cocaina, si rivelerà essere violento e abusivo.
Tina riuscirà ad ottenere il divorzio negli anni Settanta.
Secondo la critica, questi dati così drammatici non sarebbero pienamente compatibili con l’alternarsi – trattandosi di un vero jukebox- delle hit maggiori e più conosciute della stessa Turner.
Se da una parte, infatti, queste coinvolgono e scaldano il pubblico, dall’altra impediscono alla trama di svilupparsi in maniera sufficientemente profonda per poter supportare il peso di ciò che deve essere raccontato. Inoltre, il secondo atto è stato spesso ritenuto troppo pieno di dettagli riguardanti la fede religiosa della Turner o il suo nuovo compagno dopo la relazione disastrosa con Ike.
E’ probabile sia stato una conseguenza dell’avere l’Artista stessa coinvolta in maniera diretta:
la sua personale scelta di episodi ed eventi significativi ha forse un’importanza più intima che condivisibile con altri.
E’ anche vero, però, che la sua partecipazione al progetto è stata piuttosto “collaterale”.
Il tutto sarebbe infatti stato portato a compimento anche senza il suo contributo ed è stato per questo che sembra abbia deciso di prenderne parte.
LE NOTE POSITIVE
Nonostante queste criticità, “Tina- the Tina Turner Musical” è comunque stato giudicato positivamente.
Rimane infatti uno spettacolo in grado di regalare belle emozioni e di rendere il pubblico partecipe di una vita vera diversa dalla propria.
Per questo non è possibile ignorarne il lato più glorioso e coinvolgente, che riguarda proprio la musica di Tina Turner e la sua essenza. Non solo conosciuta, ma amata e ampiamente contagiosa.