“Sugar, butter, flour” sono gli ingredienti per un musical di successo nella bellissima New York City. Waitress, scritto e musicato dalla già famosa cantautrice Sara Bareilles con libretto di Jessie Nelson. È basato sull’omonimo film del 2007 e narra delle vicende di Jenna, una cameriera che vive un rapporto molto burrascoso e tormentato con il marito Earl, alcolizzato e violento. Quando inaspettatamente resta incinta inizia una tresca amorosa con il suo nuovo ginecologo, il Dr. Jim Pomatter.
La produzione originale di Waitress andò in scena il 2 agosto del 2015 all’American Repertory Theater a Cambridge, Massachusetts, con la regia di Diane Paulus e le coreografie di Chase Brock; protagonisti Jessie Mueller (Jenna), Drew Gehling (Jim), e Joe Tippett (Earl). La prima a Broadway invece andò in scena al Brooks Atkinson Theatre, il 25 marzo 2016 con qualche cambiamento: la nuova coreografa Lorin Latarro e l’inserimento di nuove canzoni, sempre della Bareilles.
Questa sera nel ruolo di Jenna non c’era Katharine McPhee (famosa per il talent show American Idol), ma al suo posto trovo una bravissima Stephanie Torns che ha saputo far emozionare me e tutto il teatro interpretando le splendide canzoni di questo meraviglioso musical. E quando gli applausi non bastavano più, il pubblico le ha regalato una standing ovation durante “She used to be mine” che ha commosso Stephanie quasi quanto gli spettatori. Le due colleghe di Jenna, Natasha Yvette Williams (Becky) e Katie Lowes (Dawn) hanno arricchito la performance con un due voci veramente eccellenti ed un’ironia devastante. Ma a colpirmi di più sono stati i due attori Erich Bergen (Dr. Pomatter) e Adam Shapiro (Ogie, corteggiatore di Dawn). Oltre che ad avere una splendida voce hanno portato in scena due personaggi autentici, completi, facendo salire l’asticella della qualità.
Le coreografie non sono molte, ma nella loro sporadicità sono eseguite con grande precisione da un grandissimo ensamble che risulta esteticamente molto bello e curato.
E non ci facciamo mancare nulla! Lo spettacolo è anche suonato interamente dal vivo dalla Waitress Band: cinque musicisti costantemente in scena che fungono anche da scenografia. Quest’ultime sono minimal ma fanno la loro bella figura soprattutto grazie agli accostamenti di colori studiati con cura (costumi compresi).
Per quanto riguarda la regia è uno spettacolo ben fatto che scivola piacevolmente, si passa da momenti comici a momenti delicati senza che quest’ultimi perdano la loro criticità. Degne di nota le scene in cui tutto si ferma e vengono portati in scena i pensieri di Jenna. Con questo brillante espediente il pubblico conosce anche la madre della ragazza, da sempre il suo punto di riferimento ormai irraggiungibile con cui spesso si confronta.
Questo spettacolo tocca nel profondo, emoziona, commuove e travolge con la sua comicità. È un mix ben bilanciato di sensazioni e umori diversi che trascina lo spettatore in una storia semplice in cui è facile immedesimarsi al cento per cento.
Nella speranza che possa arrivare presto anche in Italia… Se passate per NY e non sapete cosa guardare, beh noi di Musical Café ve lo consigliamo!
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