West Side Story, capolavoro del cinema (e della musica)

West Side Story, ovvero Romeo e Giulietta negli anni 50

Nel 1957, dopo due anteprime dello stesso anno a Philadelphia e Washington, il musical “West Side Story” debuttò a Broadway. L’opera, con libretto di Arthur Laurents, parole di Stephen Sondheim e musiche di Leonard Bernstein, è liberamente tratta dalla tragedia “Romeo e Giulietta”.

La storia si svolge nell’Upper West Side, un quartiere di Manhattan (da qui il nome del musical), negli anni cinquanta. Protagoniste due gang rivali: gli “Sharks”, immigrati di Porto Rico, e i “Jets”, nativi della città. Maria e Tony, due giovani membri rispettivamente degli Sharks e dei Jets, si innamorano sconvolgendo gli equilibri già delicati tra le bande.

Locandina del film “West Side Story”, 1961

L’opera, anche se apprezzata dai critici, causò sconcerto.

Questo non solo per i temi trattati, decisamente lontani dalla spensieratezza delle produzioni musicali di quegli anni, ma perchè fu una novità. Al cinema tenevano ancora banco i film con protagonista Fred Astaire (anche se con meno successo rispetto ai primi anni 50). “West Side Story” trattava argomenti quali il razzismo e la delinquenza giovanile, con un finale non certo positivo. Il musical termina infatti, in puro stile shakespeariano, con una tragedia che porta alla riappacificazione delle due bande. In un’era in cui il lieto fine a teatro era quasi sempre una norma, il pubblico snobbò “West Side Story” preferendogli “The Music Man”.

Ai Tony Awards del 58 il musical ricevette sei nomination. vinse solo due premi per “migliore coreografia” e “miglior scenografia”.

Solo con tempo “West Side Story” si è elevato allo status di cult che gli si addice, entrando nell’immaginario collettivo.

Dal suo debutto ad oggi il musical conta un’infinita di riallestimenti. Tra questi non possiamo non citare le produzioni italiane.

Nel 2016 il musical è andato in scena al Teatro Manzoni di Milano, per poi passare in tour, negli anni successivi, al Teatro Carlo Felice di Genova e all’Opera di Firenze. Alla regia Federico Bellone, e con le canzoni adattate da Franco Travaglio. Il protagonista, Tony, era interpretato da Luca Giacomelli Ferrarini.

Nel 2018 è stato portato in scena come spettacolo di fine anno dalla Bernstein School Of Musical Theatre di Bologna, per il festival “A Summer Musical Festival” .

West Side Story
foto© Camilla Riccò-TerraProject-Contrasto
Oltre a ciò il musical conta moltissime incisioni successive a quella del cast originale. La più conosciuta, nel bene e nel male, è quella dell’84, che ha avuto come direttore d’orchestra lo stesso Bernstein. Per questo disco, uscito col titolo “Leonard Bernstein conducts West Side Story”, il musicista scelse un approccio più operistico. Alla realizzazione del CD, a cui partecipò il tenore josè carreras nel ruolo di tony, fu dedicato anche un documentario, “The making of west side story”.
un film tratto dal musical uscì nel 1961, solo quattro anni dopo la prima di Broadway.

Alla regia del film Jerome Robbins, che si era occupato della regia e coreografia della versione teatrale, e Robert Wise. Il primo doveva occuparsi della parte musicale, mentre al secondo spettò la direzione delle sequenze più drammatiche. Robbins superò il budget concessogli e fu per questo mandato via prima della fine delle riprese. Nonostante ciò Wise insistette perché fosse accreditato nel film e rimase in contatto con lui durante la lavorazione.

Molti membri della versione teatrale parteciparono alla pellicola. In particolar modo a George Chakiris, interprete di Riff a teatro, andò la parte di Bernardo, fratello di Maria.

Per la parte del protagonista furono approcciati molti grandi attori come Warren Beatty e Burt Reynolds, oltre che il cantante Elvis Presley. Alla fine il ruolo di Tony andò a Richard Beymer. Trent’anni dopo l’attore avrebbe poi interpretato una parte da antagonista nella serie cult “Twin Peaks”. La parte di Maria andò all’attrice Natalie Wood, doppiata da Marni Nixon, che aveva fornito la propria voce anche ad altre dive nei film musicali. In una storia in cui la nazionalità dei personaggi ha tanta importanza, l’unica attrice portoricana del cast era Rita Moreno nel ruolo di Anita.

Il film ebbe decisamente più fortuna del musical teatrale, alla sua uscita: nominato a undici Oscar, ne vinse dieci. Fu un enorme successo commerciale e fu immediatamente definito un capolavoro cinematografico. nel ’97 il National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti l’ha scelto per la conservazione. tuttora è presente nella lista stilata dall’american film institute dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.

La soundtrack del film, di cui Bernstein non apprezzò particolarmente l’orchestrazione, mantiene gli stessi numeri del musical. Il loro ordine è stato però invertito. In particolar modo sono state spostate alcune canzoni come “I feel pretty” e “Gee, Officer Krupke”, dal tono più allegro. Nel musical originale questi numeri erano collocati nel secondo atto, dopo lo scontro tra le due bande e la morte di Bernardo e Riff, amico di Tony. Il numero “Cool” ha sostituito il secondo, in quanto dotato di un tono più cupo e appropriato alla situazione tesa. è inoltre in questa situazione che è introdotto Ice, il nuovo leader dei Jets (non presente nel musical).

Alcuni numeri sono stati modificati permettendo l’interpretazione da parte di altri personaggi. è il caso di “Somewhere”. nel musical un soprano non presente sul palco interpreta il brano, poi accompagnato da tutta la compagnia. Nel film il numero è interpretato dagli stessi Tony ed Anita, in un duetto d’amore.

Il numero che ha subito più modifiche è stato certamente “America”. Nel musical a cantare la canzone sono Anita, le Shark Girls e un’altra solista, Rosalia. Questo personaggio loda nostalgicamente Puerto Rico, mentre al contrario Anita e le altre ragazze si danno alla celebrazione dell’America.

Nel film lo scontro ideologico si consuma tra le ragazze, guidate da Anita, e i ragazzi, incalzati da Bernardo. Il “dibattito” è molto più pungente grazie all’aggiunta di nuove lyrics e al maggiore interventismo del gruppo di ragazzi.

Alcune scene del film sono state girate in location. Le possibilità del mezzo filmico fanno rivivere con molta più vividezza la città che diventa a modo suo la seconda protagonista della vicenda. Emblematica dell’importanza dell’ambiente sulla storia è la sequenza iniziale. Durante i titoli di testa lo spettatore vede Sullo schermo una serie di linee che scopre solo alla fine essere lo skyline dell’isola di manhattan. A questo momento seguono delle riprese aeree della città.

Oltre a ciò l’editing video e l’utilizzo di più camere hanno permesso di rendere più dinamica l’esperienza di visione. Il montaggio accompagna le coreografie e l’azione con ritmi serrati o lentezza solenne quando necessario. Il tempo rallenta nel momento in cui i due amanti sono insieme, ed ecco allora questa istanza manifestarsi visivamente con l’uso dei piani sequenza durante “Somewhere”.

Un grande pregio del film è quello di non scivolare nella forma pienamente realistica che molte pellicole recenti abbracciano nell’adattare i musical. In “West Side Story” i cieli al tramonto sono rosso sangue, tutto sfuma attorno a Tony e Maria quando sono assieme, nel cantare “Maria” il protagonista passa senza soluzione di continuità dal camminare nella sala da ballo alle strade della città (grazie a un green screen invecchiato maluccio). Abbracciando pienamente l’irrealtà di questa dimensione è molto più facile per lo spettatore accettare che i Jets entrino in scena schioccando le dita a ritmo di musica, o che una gang di strada si diletti a volte in numeri di gruppo perfettamente coreografati.

Ovviamente il grande difetto di un film uscito sessant’anni fa è l’inevitabile invecchiamento. Pur avendo dei momenti brillanti che tuttora mantengono la loro forza emotiva, il film, soprattutto visto in lingua originale, presenta uno slang decisamente datato che rende alcuni dei dialoghi involontariamente divertenti.

Alcune sequenze risultano eccessivamente lente, viste dagli occhi dello spettatore moderno, o alquanto smielate. Questo problema è particolarmente evidente nelle scene romantiche, che solitamente si limitano a reiterare le promesse d’amore dei protagonisti. Considerando che il materiale di base è “Romeo e Giulietta” questo fatto non dovrebbe davvero sorprenderci.

Dal punto di vista etico il musical è “invecchiato” molto meglio di altre opere degli anni precedenti, presentando senza sminuirlo un tema purtroppo sempreverde come il razzismo. Tuttavia la presenza diffusa di attori caucasici in un’opera che rappresentava fino a pochi anni fa una delle poche occasioni di espressione per la comunità latino americana nel mondo del musical fa storcere il naso. è un fenomeno che va letto nell’ottica del tempo, certo, ma solleva pensare che negli anni successivi questa discussione sia stata affrontata. Fa sorridere almeno la piccola “rivincita” di Rita Moreno: la sola attrice portoricana della pellicola vinse l’Oscar alla migliore attrice non protagonista per la sua interpretazione. L’unico altro attore ad essere nominato e a vincere la statuetta, nel numerosissimo cast, fu George Chakiris.

Il musical di Bernstein tornerà al cinema l’anno prossimo, in un adattamento diretto da Steven Spielberg.

Il film “West Side Story” sarebbe dovuto uscire questo Natale ma, a causa della pandemia, è stato rinviato al prossimo anno. I protagonisti saranno Ansel Elgort (Colpa delle stelle) nel ruolo di Tony e Rachel Zegler al suo debutto cinematografico nel ruolo di Maria. Spielberg ha notato la giovane attrice grazie ad un’open call indetta su Twitter. Al tempo la ragazza aveva 16 anni e aveva già interpretato il ruolo di Maria al Bergen Performing Arts Center. Oltre a ciò ha interpretato vari ruoli in diverse produzioni scolastiche ed è molto attiva su YouTube, dove pubblica cover che raccolgono milioni di views.

Il resto del cast è costituito da attori con precedenti nel panorama musicale. Per citarne alcuni: Mike Faist (connor murphy in “dear evan hansen”), David Alvarez (Billy Elliot) e Ariana debose (Disco donna in “Summer: The Donna Summer Musical”, apparirà nel film di netflix “The prom”). Oltre a ciò un nuovo personaggio, valentina, è stato creato per permettere la partecipazione di rita moreno.

Speriamo di poter presto andare a vedere questo nuovo adattamento del classico musical.

Una certezza resta: per quanto alcune sue parti possano invecchiare, “West Side Story” resterà sempre un classico immortale da cantare e riascoltare.

Silvia Strambi

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