Il Teatro Nuovo: il Novecento nel cuore di Milano

Sala del Teatro Nuovo di Milano – foto tratta dal sito ufficiale

Il Teatro Nuovo di Milano sorge nella centralissima Piazza San Babila, nei sotterranei della Galleria del Toro , splendido esempio di stile “Novecento”.

Il Teatro viene progettato nel 1938 dall’architetto milanese Emilio Lancia, tra i maggiori esponenti dello stile “Novecento”.

Fedele al nome che porta, il Teatro Nuovo ha sempre colto, tra i primi, le novità più rilevanti nel panorama degli spettacoli sia nazionali che internazionali.

La direzione viene affidata a Remigio Paone, impresario di spettacoli musicali e di rivista, nonché amico personale di Luigi Pirandello e grande esperto di teatro.

E’ sua l’idea di chiamare il Teatro “Nuovo”, per sfuggire alle imposizioni del federale di Milano che avrebbe voluto per il teatro un nome più gradito al regime fascista.

Le proposte di “Teatro Amba Aradàm” o di  “Teatro D’Annunzio” non andavano a genio all’antifascista Paone che pensò al nome di Teatro Nuovo, per aggirare la posizione del federale.

Il programma del Teatro Nuovo inizia il 22 dicembre 1938 con “Ditegli sempre di sì” di Eduardo De Filippo.

Dal 22 dicembre al febbraio 1939 la compagnia di De Filippo rappresenta 23 spettacoli diversi, tra cui il celebre “Natale in Casa Cupiello”, per un totale di 48 recite e più di 27.000 spettatori.

Inoltre il Teatro Nuovo ospiterà nella sua programmazione tutte le altre compagnie e attori più in voga dell’epoca come il duo Ruggero Ruggeri-Irma Gramatica, la Compagnia De Sica-Melnati, Laura Adani, Ermete Zacconi, Raffaele Viviani e molti altri.

Nel 1939 scoppia la Seconda guerra mondiale e Paone è in grosse difficoltà con il regime Fascista.

Infatti il Teatro Nuovo ha ospitato “L’opera da tre soldi” di Bertold Brecht, la rivista “Zizi e compagni” dello scrittore ebreo Abraham Szilagyi e “Piccola Città” di Thornton Wilder.

Per quest’ultima rappresentazione il direttore del Nuovo viene anche arrestato, anche se poi rilasciato.

Remigio Paone, dunque, è costretto a lasciare Milano e a nascondersi a Roma da clandestino fino al 1945.

In questo periodo, il teatro resta chiuso per tre mesi, fino al 15 ottobre 1943 restando tuttavia crocevia di rapporti culturali e politici della città.

In seguito alla Liberazione d’Italia nel 1945, Remigio Paone può ritornare a Milano e ricominciare ad occuparsi della programmazione del Teatro Nuovo.
Facciata storica del Teatro Nuovo – tratta da sito ufficiale

Negli anni ’50 il Teatro Nuovo ospita soprattutto spettacoli di rivista con protagoniste le compagnie più famose e gli attori più quotati.

Totò era ospite fisso di ogni stagione, inoltre vi erano Wanda Osiris, Rina Morelli e Paolo Stoppa, Carlo Dapporto, Anna Magnani e tanti altri.

Contemporaneamente il Nuovo inizia ad ospitare anche compagnie dall’estero e  restano memorabili le recite della Comèdie Francaise e della compagnia dell’Old Vic.

Nascono nuovi personaggi nel teatro italiano e il Teatro Nuovo puntualmente li ospita sul suo palcoscenico “rotante” (una delle novità volute da Paone, che aveva voluto che la parte centrale del palco fosse girevole n.d.r).

Nomi altisonanti del panorama teatrale dell’epoca come Tognazzi, Rascel, Sordi, Chiari, Gassman erano tra i tanti a calcare il palco del Nuovo.

La Spettacoli Errepi, la società di produzioni teatrali di Remigio Paone, produce inoltre alcuni dei più grossi spettacoli dell’epoca. Su invito personale di Laurence Olivier, Paone porta a Londra “Enrico IV” e “Tutto per bene” di Pirandello con la compagnia di Ruggero Ruggeri.

Questo fu l’ultimo spettacolo dell’ormai ottantaduenne grandissimo attore, per cui Paone decise di installare una lapide in suo ricordo nel foyer del teatro.

Oltre alla Rivista il Teatro Nuovo ospita anche concerti e ospiti internazionali: Louis Armstrong, Maurice Chevalier, Joséphine Baker, Harry Belafonte, Yma Sumac e Yves Montand.

Nel 1964 c’è la prima del “Il barbiere di Siviglia” di Rossini e nel 1972 le prime assolute di San Zanipolo e di Gabrieliana di Gian Francesco Malipiero.

Col finire degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta, si assiste ad una vera e propria crisi del teatro.

La società ha visto grossi cambiamenti di costume in quell’epoca e di conseguenza nuove esigenze del pubblico.

Nel 1977, inoltre, muore Remigio Paone, lasciando dietro sé un grande vuoto.

Le redini del Teatro Nuovo sono così prese da Franco Ghizzo, imprenditore milanese con una grande passione per il palcoscenico.

Il suo scopo è quello di riportare il pubblico a teatro, vincere la battaglia con il disinteresse e riconquistare il favore degli spettatori milanesi.

Ricompaiono dunque i grandi  nomi, le grandi riviste, le grandi star internazionali nei palinsesti del Nuovo, come Liza Minnelli, Julio lglesias e Jerry Lewis.

Tanti i nomi del panorama nazionale che si alternano in quegli anni, riavvicinando il pubblico all’arte del teatro.

Gli spettacoli sono per tutti i gusti e spaziano dalla commedia musicale al balletto, dalla commedia alla prosa.

Si ricorda Jonny Dorelli con l’esilarante “Taxi a due piazze” di Garinei e Giovannini , Carla Fracci nella “Mirandolina” del 1984 ,”Il grande Barnum”, musical ispirato al circense Phineas Taylor Barnum, con Massimo Ranieri, tra quelli musicali.

Per la commedia e la prosa spiccano il Trio Marchesini, Lopez, Solenghi , Carmelo Bene, Mariangela Melato, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni.

Sarà Ghizzo il primo a proporre i grandi musical americani al Teatro Nuovo e il musical diverrà punto focale del teatro nuovo.

Tra i più emblematici si ricordano “Grease” con Lorella Cuccarini e Gianpiero Ingrassia, “Sette spose per sette fratelli” con Manuel Frattini e Raffaele Paganini.

Non dimentichiamo poi “Un americano a Parigi” con Christian De Sica, “Hollywood” con Massimo Ranieri , “Jesus Christ Superstar”, “La piccola bottega degli Orrori” e “Aladin” con Manuel Frattini e le musiche dei Pooh.

Aladin il musical in scena al Teatro Nuovo – foto tratta dal profilo ufficiale facebook
Accanto ai grandi musical Ghizzo porta anche la prosa con grandi attori come Glauco Mauri, Tato Russo, Sebastiano Lo Monaco, Vincenzo Salemme, Rossella Falk, Nancy Brilli, Luigi De Filippo, Franco Castellano.

Il suo grande fiuto lo spinge a presentare pure la compagnia de “I legnanesi” che riporta alla luce la tradizione dialettale ed è l’esempio più celebre di teatro en travesti in Italia.

Alla scomparsa del compianto Franco nel marzo 2004 la direzione artistica del Teatro Nuovo di Milano passa alla moglie Gemma e alla figlia Monica.

Nel 2013 la gestione è passata a Lorenzo Vitali, produttore e amico della famiglia Ghizzo.

Negli anni recenti, tra il 2017 e il 2019, il Teatro Nuovo si è distinto per produzioni di qualità, soprattutto nel campo del Musical.

La prima è “Hairspray: Grasso e Bello” travolgente musical con Giampiero Ingrassia, seguita da “Spamalot” con protagonista Elio di Elio e le Storie Tese, musical tratto dal film  Monthy Pyton e il Sacro Graal.

In occasione del 40° anniversario del film “La Febbre del Sabato Sera”, il Teatro Nuovo presenta la nuova versione italiana del musical, omaggio alla musica disco anni ’70.

Successivamente tocca alla produzione di “Jersey Boys”, musical ispirato all’omonimo film di Clint Eastwood che narra la storia di Frankie Valli e dei Four Season, e alla “Famiglia Addams”, il musical che narra la storia della macabra famiglia e che vede partecipare Gabriele Cirilli nel ruolo di Gomez.

Kinky Boots al Teatro Nuovo – Foto di Luca Vantusso

Più recentemente troviamo la versione italiana di “Kinky Boots”, con la regia di Claudio Insegno, con le musiche di Cindy Lauper e libretto di Harvey Firenstein, e “A Bronx Tale: il musical”, la versione italiana del musical tratto da Bronx ( 1993) con la regia di Robert De Niro.

Simona Capuozzo

Per maggiori informazioni sul Teatro Nuovo si rimanda al sito ufficiale.

Se vuoi seguire le storie dei teatri italiani ti aspettiamo qui, ogni mercoledì.

One thought on “%1$s”

  1. Stefania Santillo 3 Marzo 2021 — 20:38

    Un bellissimo articolo che racconta tanto di questo storico teatro e dei tanti artisti che lo hanno animato. In questo periodo di chiusura e’opportuno e necessario che non si spengano del tutto i riflettori su questo mondo così affascinante.

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