Lo spettacolo racconta della vita di Padre Pio, un umile frate che vuole portare un messaggio di positività all’umanità. Il suo scopo è quello di risollevare il popolo da tutte le sofferenze quotidiane creando aggregazione, vista come strumento per superare ed affrontare il dolore e la solitudine. Nonostante il tema potesse inizialmente sembrare pensante, il regista è riuscito a mantenere alta la nostra attenzione dall’inizio alla fine dello spettacolo.
Il ruolo di Padre Pio è rappresentato da Attilio Fontana, a mio parere giusto nel suo ruolo, molto bravo nell’interpretarlo e nell’accattivarsi gli spettatori con grande professionalità. Cosa che purtroppo non posso dire del giovane Francesco Pio, la cui performance risulta sottotono sia dell’interpretazione che nel canto.
Accattivante è stata la figura del diavolo interpretata da Lello Giulivo che, al pari del protagonista, è riuscito a far risaltare le sue doti artistiche e, inoltre, ha portato in scena e trasmesso al pubblico stati d’animo difficili da dimenticare.
Una scena molto forte è stata quella dell’indemoniata interpretata da Carlotta Pistillo.
Le coreografie sono elaborate e hanno messo bene in luce la bravura di ogni singolo ballerino, anche se in alcuni momenti avrei lasciato parlare la musica ed il testo, senza aggiungere ulteriori passi di danza: alcune scene erano già molto cariche di significato e la coreografia risultava essere un elemento di distrazione più che di rinforzo, specialmente in episodi in cui si creava un’intimità tra il pubblico ed il personaggio.
I cantanti erano tutti tecnicamente molto preparati e all’altezza del loro ruolo e di conseguenza anche i cori sono risultati ben strutturati.
Consiglio di andare a vedere questa produzione di Carlo Imparato, lo spettacolo affronta un tema importante e ha un cast di giovani artisti che meritano di stare su un palcoscenico!