Nella settimana della “Festa Della Donna” (Giornata internazionale dei diritti delle donne) vogliamo portare all’attenzione dei nostri lettori un musical tutto al femminile che è sicuramente uno dei prodotti inediti del teatro musicale di maggior successo degli ultimissimi anni. Sto parlando di Six, il “talent show musical” che, in un’ottica totalmente nuova, ripercorre la storia delle sei mogli del re Enrico VIII. Nonostante il contesto di potere ed eredità che fa da sfondo alla trama, Six non è un musical che parla di Storia ma di storie, ovvero di sei donne determinate a cambiare il modo in cui la loro esistenza è stata tramandata nel corso dei secoli. Stando alle parole degli autori infatti “Six non nasce da un amore particolare per il periodo storico dei Tudor ma viene piuttosto da un nostro interesse verso la rappresentazione delle donne nel musical theatre. Quello che volevamo fare era ridefinire il modo in cui le donne sono viste nella Storia e raccontare i fatti dal loro punto di vista”.
La genesi
La genesi di questo musical, se pensiamo al riscontro di critica e di pubblico che ha ricevuto in poco tempo dal suo debutto, è forse tanto interessante quanto il musical in sé. Non c’è nessun blasonato “writer” dietro l’idea di Six, scritto da Toby Marlow e Lucy Moss, due studenti universitari all’ultimo anno della Cambridge University. L’ispirazione venne a Toby nel corso di una lezione di “poetry” e pensò che l’unica persona che potesse aiutarlo nella folle idea di dare vita ad un musical basato sulla storia dei Tudor, rivisitato in chiave pop, fosse la sua compagna di corso Lucy Moss che, entusiasta, sposò il progetto.
Tra Musical Theatre e Talent Show
Six si apre con le sei mogli di Enrico VIII che si esibiscono tutte insieme in quello che sembra essere un numero di apertura di in un grande concerto pop in stile Little Mix. Attraverso il brano “Ex-Wives” rompono immediatamente la quarta parete annunciando al pubblico che ciò a cui stanno assistendo è una competizione canora in cui la moglie che avrà dimostrato di aver sofferto di più nel corso della propria relazione con Enrico VIII, sarà la vincitrice e diverrà la “lead singer” del gruppo. Difficile valutare a chi sia andata peggio tra “divorced, beheaded, died, devorced, beheaded e survived” ovvero “divorziata, decapitata, morta, divorziata, decapitata e sopravvissuta” (sì, il re decapitò ben due delle sue sei mogli) gli appellativi con cui, riassumendo la propria tragica fine, ognuna delle donne si presenta al pubblico. Dopo l’overture ognuna delle Six canta il proprio pezzo solista raccontando le proprie tristi vicissitudini. Alla fine però le aspiranti cantanti decideranno di formare un gruppo unico avendo capito che il proprio riscatto personale non è quello di essere ricordate come le mogli di Enrico VIII ma di essere ricordate per quello che hanno fatto di buono negli anni in cui hanno ricoperto la carica di regine.
Le Popstar dietro le protagoniste
Oltre all’originalità della trama ciò che ha permesso a Six di guadagnarsi un posto tra i musical più rilevanti degli ultimi anni è sicuramente la sua rottura con i canoni del teatro musicale tradizionale. Infatti la sensazione di assistere ad un mega concerto pop piùttosto che ad un Musical è stata fortemente voluta dagli autori. Come hanno dichiarato loro stessi l’ispirazione per le canzoni così come per i costumi e il carattere delle protagoniste viene da alcune delle pop star più famose del panorama internazionale. Caterina d’Aragona, nel suo spirito di combattere contro un uomo che si prendeva gioco di lei (“No Way”), esprime il femminismo caratteristico dell’identità artistica di Beyoncé. Al personaggio di Anna Bolena, a cui la storia guarda con occhio serio a causa della sua decapitazione, è stata donata una luce più spensierata e divertente ispirata ai successi pop di Avril Lavigne (“Don’ t Loose Ur Head”). Jane Seymour morì durante il parto e la sua canzone all’interno del Musical è una potente ballata d’amore (“Heart Of Stone”) verso il marito e verso un figlio che non potrà crescere sullo stile dell’artista britannica Adele. Anna di Claves ebbe la fortuna di vivere circondata da agii e ricchezze anche dopo la separazione dal marito per questo la sua canzone (“Get Down”) è una celebrazione della vita con un arrangiamento ultra dance stile Nicki Minaj. Katherine Howard, vestita di rosa, una lunga coda alta e un brano bubblegum pop (“All You Wanna Do”) è l’alter ego della Britney Spears agli esordii mentre Catherine Parr con l’ anima soul del suo brano solista (“I Don’t Need Your Love”) è ispirata ad Alicia Keys.
Il successo
Six debutta nel 2017 in occasione dell’Edinburgh Fringe Festival presentato dalla Cambridge University Musical Theatre Society e, dopo aver suscitato l’interesse di produttori e addetti ai lavori, fa il suo debutto nel West End. Nel 2019 vince ben 5 nomination agli Olivier Awards ma il crescente successo subisce una battuta di arresto a causa della pandemia. Con la riapertura dei teatri il musical è stato presentato in molti stati del mondo tra cui Norvegia, Australia, Nord America, Corea del Sud e ovviamente Broadway dove è stato premiato con ben 8 nomination e 2 vittorie ai Tony Awards. L’anima fortemente pop e “radio friendly” delle canzoni, la struttura narrativa assolutamente innovativa ed originale, l’ambizioso intento di riscrivere un pezzo di storia dando voce ad alcune rilevanti figure femminili della monarchia inglese rendono Six il musical perfetto da riscoprire nel corso di questa settimana dedicata alle donne attraverso un prodotto che mira comunque ad essere leggero e a non prendersi troppo sul serio. Ancora purtroppo assente nel cartellone dei palcoscenici italiani, potete goderne la visione presso il Vaudeville Theatre di Londra.
Lanfranco Rosa