The Boys In The Band

Per festeggiare il cinquantunesimo anniversario della nascita del movimento LGBT va in scena, per la prima volta in Italia, The Boys In The Band, uno spettacolo tradotto e adattato da Costantino Della Gherardesca.

È il compleanno di Harold e i suoi amici più intimi, tutti omosessuali, hanno preparato per lui una festa di compleanno. A turbare gli equilibri sarà l’arrivo di Alan, un amico dei tempi del liceo del proprietario di casa, ignaro degli orientamenti degli altri partecipanti e poco aperto nei confronti dell’omosessualità. Tra una bevuta, regali inaspettati, una piccola rissa e gelosie, la serata si trasforma in un controverso “gioco della verità”.

Diretto da Giorgio Bozzo questo spettacolo, atto unico, risulta molto energico e pieno di intensità, con un crescendo lento e continuo fino al finale. Non manca una forte comicità, che deve ringraziare anche la bella traduzione del testo, di per sé già un capolavoro. Ma a dar vita ad un copione strepitoso c’è un cast di enorme talento: Francesco Aricò, il padrone di casa porta in scena un’evoluzione del suo personaggio da mozzare il fiato. È lui che porta avanti la serata, di una bravura sorprendente. Angelo Di Figlia ricorda a tutto il pubblico il suo essere un grande attore! A lui il compito di portare in scena lo stereotipo della “checca”, con una comicità ben studiata e sempre efficace. Samuele Cavallo, è l’amico “omofobo” il cui arrivo trasforma una semplice serata tra amici in un accumulo di tensione… specialmente tra la coppia interpretata da Ettore Nicoletti, un avvocato che ha deciso di lasciare la moglie per un uomo e Federico Antonello, nei panni di un artista dallo spirito libero. Complimenti anche a Gabrio Gentilini, attore veramente intenso, forse il personaggio più silenzioso nel corso della serata ma che, con un solo sguardo, esprime e comunica tantissimo. E infine Michael Habibi Ndiaye, primo partecipante del “gioco della verità” ci mostra tutta la sua sofferenza e umiliazione, Paolo Garghentino il festeggiato, dal carattere molto forte ed irriverente, quasi agghiacciante e messa in scena in modo superlativo, ed il giovane cowboys Yuri Pascale Langer, regalo di compleanno per il festeggiato… penso proprio che il suo ballo del cowboy non ce lo dimenticheremo tanto presto!

Complimenti a tutto il cast e alla produzione per aver portato in scena uno spettacolo complesso in modo egregio. Speriamo possano esserci tante altre date e consigliamo di cuore a tutti voi di andare a vederlo! Fa sorridere, pensare, emozionare e apre la riflessione, sempre attuale, sui diritti di tutti gli uomini e sulla comprensione della “diversità”.

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