Il teatro che cura, improvvisazione e improvvisarsi: dall’approccio clinico alla teatroterapia
Maschere, ruoli. Improvvisazione e immedesimazione.
Il teatro ha la capacità di rappresentare la realtà, di farci vivere la nostra e la vita degli altri tanto che è stato usato come efficace metodologia terapeutica.
Ma tra improvvisare e improvvisarsi la differenza è sostanziale.
Lo psicodramma
E’ stato ideato dallo psichiatra rumeno Jacob Moreno così come gli Action Methods. Consistente nel far recitare al paziente, guidato da uno psicoterapeuta e la partecipazione attiva di altri pazienti, un’azione scenica che abbia particolare riferimento alla sua storia personale. Ad esempio un sogno o un episodio significativo dell’infanzia.
Lo scopo è quello di far emergere i conflitti inconsci, quelli che sono ostacoli e difficoltà relazionali per il paziente.
L’improvvisazione nello psicodramma è dunque guidata da un terapeuta affinché l’attore-paziente compia una vera e propria catarsi.
Una tecnica, questa, che ha ispirato altri approcci come la Gestalt o le Costellazioni Familiari. Qui mi permetto però di specificare che le finalità e gli approcci del metodo di Bert Hellinger sono altro rispetto ai ruoli da interpretare, ma la diffusione delle Costellazioni in modo poco controllato, diventata una moda e condotta da persone non competenti e improvvisate, ha snaturato e denigrato questa metodologia.
Perchè c’è differenza tra improvvisazione e improvvisarsi…
Quando Moreno fondò il Teatro della spontaneità, la sera del 1 aprile 1921 lo “spettacolo” che andò in scena fu la rappresentazione di una sedia vuota.
Sul palcoscenico del Komodienhaus di Vienna i presenti in sala dovevano sedersi e provare ad essere il Re per una sera.
Da qui, il sociodramma. Il raccontare l’altro indossando i suoi panni, permette di far emergere il nucleo delle proprie nevrosi, di arrivare dritto al problema del paziente.
La Drammaterapia
L’Institute of Dramatherapy, che è stata la prima scuola accreditata in Gran Bretagna, ha enunciato nel 1993 che “La Drammaterapia è una terapia artistica basata sull’arte teatrale e applicata a contesti clinici e sociali, sia in assetto individuale sia di gruppo”.
La tecnica, secondo lo psicoterapeuta Robert Landy, si basa sul “modello del ruolo”, cioè che ogni individuo svolge diversi ruoli nella propria esistenza, familiari e sociali, ma anche nel corso della semplice quotidianità.
Pensate ad una professionista. Smessi i panni lavorativi, diventa moglie e madre. Poi va a trovare i genitori e torna ad essere figlia e così via. Mille sfaccettature, un caleidoscopio di ruoli.
Nella drammaterapia, l’attore si muove da un tempo reale ed un tempo immaginario, da una realtà ordinaria ad una realtà teatrale.
L’attore non diventa il personaggio che sta interpretando, ma avvicina se stesso e le sue esperienze al suo personale dramma e attraverso la performance lo rielabora.
La teatroterapia
La teatroterapia si differenzia dallo psicodramma e dalla drammaterapia perché non svolge una funzione terapeutica.
Qui l’attore è chiamato a svolgere esercizi espressivi, tecniche artistiche e presenza consapevole. Quando inizia un percorso di teatroterapia, l’attore va a “pulire” le proprie resistenze e lavora alla presenza in scena in modo graduale. Decide quando è il momento di approfondire il conflitto: è la trasposizione artistica di corpo, voce, movimento a decidere la poetica terapeutica.
Un lavoro graduale e delicato che conduce l’attore ad essere maggiormente consapevole di sè e a superare, immedesimandosi nei diversi personaggi, diverse paure.
Sebbene la teatroterapia non sia all’interno dei percorsi clinici, è diventata una vera e propria disciplina che utilizza precisi protocolli artistici-terapeutici.
Diversi gli aspetti che affronta. Dal disagio psichico, alla prevenzione del disagio sociale.
Dunque, qualunque sia l’approccio al teatro che cura, l’improvvisazione degli attori deve essere un’arte precisa gestita da professionisti.
Psicodramma, drammaterapia, e teatroterapia…il teatro cura sempre.
Basta sedersi in platea.
Sarah Pellizzari Rabolini
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