Donne e teatro, dai pregiudizi alle celebrità. Eppure se ne parla ancora troppo poco.

Se prima le donne non potevano recitare a teatro, poi sono diventate delle celebrità. Ma la letteratura ne parla ancora troppo poco

Vi ricordate Giustiniano? Ma sì, l’imperatore dei Bizantini che diede poi origine al famoso Codice e che abbellì Ravenna dei mosaici che tutti conosciamo.
Ebbene, Giustiniano aveva sposato Teodora, una bella e intelligente signora che però… era mal vista. E sapete perchè?

Faceva l’attrice di mimo, un mestiere considerato disdicevole, frivolo. Al pari delle meretrici.

Anche nell’antica Roma il mimo era un’arte praticata da molte donne, eppure è lo stesso Giovenale che nella sua IV Satira ci fa capire quanto sia disdicevole che una signora partecipi agli spettacoli teatrali e che si comporti in modo…poco consono alla morale.

Nel film “Shakespeare in Love” l’abbiamo imparato tutti: alle donne era proibito recitare. Eppure dalla penna del Bardo sono nate figure come Ofelia, Lady Macbeth e Desdemona, segno del bisogno delle donne, in scena, come nella vita.
I personaggi femminili erano interpretati dagli uomini, ma quando fu concesso alle donne di recitare, gli spettacoli ebbero un successo maggiore.

Si deve passare da secoli di censura, pregiudizi e di restrizioni, prima che la donna possa calcare un palcoscenico ed essere riconosciuta la sua arte.

La Chiesa è la prima a bandire il teatro. Nel Medioevo erano ammesse solo rappresentazioni religiose e i ruoli femminili erano sempre interpretati dagli uomini.
Eppure la badessa dell’abbazia di Gandersheim, Roswitha, la nipote di Ottone I di Sassonia, ispirandosi a Terenzio, scrisse drammi sacri e opere teatrali.

E’ alla Commedia dell’Arte, nel XIV secolo, che in Italia si deve l’ingresso delle donne sui palcoscenici, mentre in Inghilterra è con la Restaurazione di Carlo II nel 1660 che le donne possono recitare.

Il successo delle donne fu immediato perchè, dopo secoli che in teatro non si vedevano che uomini in abiti femminili, le prime attrici diventarono subito icone di stile, moda e fascino.

La prima attrice che debuttò sul palcoscenico del Theatre Royal a Covent Garden, a Londra, nel 1664 fu Nell Gwyn. Divenne subito famosissima e amata: le donne iniziarono ad imitarla e andare a teatro divenne il momento magico per incontrarla.

In Italia, la prima donna attrice nota è Lucrezia di Siena che venne ingaggiata nel 1564 da una compagnia teatrale per una commedia, durante il periodo di carnevale.

Nell’Ottocento fanno il loro ingresso Carlotta Marchionni e Adelaide Ristori.

Certamente l’attrice che più ricordiamo, qualche anno più tardi, è la meravigliosa Eleonora Duse.
Ma sinceramente, quanto sappiamo di lei se non che sia stata la compagna di Gabriele D’Annunzio? Ce lo insegnano a scuola!

Eleonora Duse divenne una star internazionale, tanto da essere la prima italiana a conquistare la copertina del Time, nel 1923. E chi lo sapeva?
In pochissimi.
TIME Magazine Cover: Eleanora Duse - July 30, 1923 - Theater - Actresses -  Broadway
ph. content.time.com

L’elenco al femminile è lungo e degno di nota.

Anna Magnani che ha vinto l’Oscar per l’interpretazione di un film americano recitato in inglese nel 1956 “La rosa tatuata”.
Sophia Loren, la prima a ricevere un Oscar come migliore attrice, nel 1962, per il film “La ciociara”.
E poi Claudia Cardinale, che riceve il “Leone alla Carriera” al Mostra del Cinema di Venezia nel 1993.
Milena Canonero la prima costumista italiana a cui hanno attribuito per ben quattro volte l’Oscar, Pina Menichelli è stata la prima attrice siciliana ad esordire nel cinema muto, ed Elvira Coda Notari la prima regista donna.
La lista continua e passa a Lina Wertmüller, che è stata la prima donna in assoluto candidata ad un Oscar come regista, a Cecilia Mangini, la prima donna che, nell’Italia del dopoguerra, ha documentato tutto con la sua cinepresa.

Donne.

Se ne parla ancora troppo poco.

Ricordo un’intervista a Monica Vitti. Essendo la piccola di casa e per di più femmina, i suoi genitori si aspettavano da lei un futuro ben diverso che calcare le scene. L’attrice, infatti, dichiarò che la madre raccontava con dispiacere che la figlia avesse deciso di iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica. “La polvere del palcoscenico corrode l’anima!” le diceva.

Pregiudizi che ancora oggi ci sono e che sono duri a morire, perchè devono abbattere secoli di cultura maschile e dominante.

Donne, che dalla loro prima apparizione sul palcoscenico, ci hanno dimostrato non solo di essere capaci, ma lo spirito di intraprendenza che caratterizza il genere, le ha viste da subito scrittrici di opere, direttrici, registe e produttrici.

Eppure, se ne parla ancora troppo poco o senza dare il giusto valore, perché prevale quella tradizione culturale tutta al maschile che ha dominato per moltissimi secoli.

Bisognerebbe iniziare a raccontare di loro, iniziare ad inserirle nei libri, parlarne a scuola, perché, come per la letteratura, conosciamo tutti Manzoni e Verga e poco sappiamo di Grazia Deledda che ha pure vinto il Nobel per la letteratura nel 1926. Unica donna scrittrice ad aggiudicarsi questo prestigioso premio.

E quanti ne sono a conoscenza?

Sarah Pellizzari Rabolini

Video Istituto Luce

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