Scritta da due studenti, ormai noti al grande pubblico, Six ci racconta la determinazione, partendo da una storia vera, quella di Enrico VIII e le sue sei mogli.
Ecco la storia di due amici che studiano all’Università, che si stanno preparando per gli esami finali e hanno un’idea.
Siamo a Cambridge e Toby Marlow e Lucy Moss stanno studiando la riforma della Chiesa Anglicana.
Scrivono un musical, tutto al femminile, compresi i membri dell’orchestra dal vivo, in un unico atto.
Partono in sordina, lo spettacolo ha successo e viene prodotto da Kenny Wax ed è messo in scena anche al West End di Londra.
Lo stesso Toby Marlow interpreta la sesta moglie di Enrico VII, Catherine Parr, per due spettacoli, quando alcuni membri del cast si ammalano, comprese le cover.
E poi il Covid e la chiusura dei teatri.
Tutto sembra crollare. Dopo Broadway, al Brooks Atkinson Theatre il 13 febbraio 2020, doveva debuttare il 12 marzo 2020, ma il musical viene rinviato.
La storia pop della sei mogli di Enrico VIII ha uno stop.
La serata di apertura è rinviata a causa della chiusura di tutti i teatri di Broadway per la pandemia, ma Toby Marlow e Lucy Moss non si arrendono.
Prima propongono il drive-in e poi TikTok. Molti sono degli adolescenti che Sincronizzano le canzoni e non sanno nemmeno che provengono da questo musical: Six.
Tutto parte da un fatto storico, dal famosissimo Enrico VIII che nel musical non vediamo neanche per un attimo.
Chi era? Cosa ha fatto?
Il secondo monarca della dinastia dei Tudor è sposato con Caterina D’Aragona, un matrimonio di alleanza tra Spagna e Inghilterra. E’ il 1509.
A discapito di come la storia lo dipingerà successivamente, Enrico VIII era decisamente affascinante, bello, alto, biondo e atletico. Era dedito all’arte cavalleresca, aveva una vasta cultura umanistica e parlava latino, spagnolo e inglese.
Allora perché la storia lo dipinge come un tiranno spietato?
Perché dopo che Caterina d’Aragona non gli dà figli maschi, e quindi nessun erede al trono, ecco che inizia la sua vicenda amorosa e politica.
Chiede il divorzio.
Ma un sovrano considerato “il più bel principe della cristianità”, difensore della Chiesa, grazie al matrimonio con Caterina che lo lega alla cattolicissima Spagna, puo’divorziare?
Assolutamente no.
Dopo due figli, uno nato morto e l’altro che visse solo due mesi, ecco che Caterina nel 1516 dà alla luce Maria (la futura Maria La Sanguinaria, nota alla storia per aver fatto strage di protestanti).
Ma una donna non può ereditare il trono.
Enrico VIII è determinato: chiede il permesso al Papa, che ovviamente gli nega il divorzio.
E lui che fa?
Siamo in piena riforma luterana. Il sovrano inglese si stacca da Roma e proclama la Chiesa Anglicana.
A nulla serve la scomunica del Papa: Enrico VIII annulla il suo matrimonio e si sposa con Anna Bolena nel 1533.
Ma anche Anna non gli dà eredi maschi, ma una figlia, che crescerà lontana da corte. Una vivace ed intelligente fanciulla che porta il nome di Elisabetta, la prima, che salirà al trono. Ma questa è un’altra storia e né Enrico né Anna, che sarà decapitata per alto tradimento e stregoneria, avranno il piacere di poter vedere.
L’attenzione del re si sposta, dunque su Jane Seymour, dama di compagnia di Anna Bolena.
Decisamente meno affascinante di Anna e non più giovanissima (ha 28 anni), è amata della corte per il carattere mite.
Jane dà alla luce il tanto agognato erede maschio: il principe Edoardo. E’ 12 ottobre 1537, ma dopo pochi giorni Jane, che non diventerà mai regina, muore di sepsi.
E’ da questo momento che troviamo Enrico VIII depresso, obeso e tiranno: sconvolto dalla perdita della donna, è qui che il sovrano si lascia andare. Si ammala: ha il diabete, la gotta e fatica a camminare per il dolore alle gambe.
Anche il principe Edoardo non gode di buona salute, così su consiglio dei suoi fidati collaboratori, Enrico VIII pensa bene di sposare ad Anna di Clèves, sorella del duca di Clèves, un importante alleato in caso di un attacco cattolico all’Inghilterra.
Ma Anna è “troppo tedesca” e poco raffinata. E così, anche questo quarto matrimonio è annullato. Anna dichiara, per aver salva la vita, che il matrimonio non è stato consumato e le viene concesso un castello e una rendita. Lontana da corte, vivrà serena, fino alla morte.
Il quinto matrimonio avviene il 28 luglio del 1540 con la diciassettenne Caterina Howard, dama di compagnia di Anna di Clèves e prima cugina di Anna Bolena!
Che intrigo!
Ma indovinate un po’?
Caterina è l’amante di Thomas Culpepper, uno dei cortigiani favoriti del re. Thomas Cranmer, già in passato fiero oppositore della potente famiglia cattolica degli Howard, porta le prove del tradimento e nel febbraio 1542 avviene l’esecuzione dei due amanti.
Non molla Enrico VIII e sposa quindi la sua sesta e ultima moglie, la ricca vedova Caterina Parr, che tra litigi e momenti di pace, riesce anche a far riconciliare il re con le sue due figlie, Maria e Elisabetta.
Nel 1544, inoltre, il Parlamento approva la legge che reinserisce Maria ed Elisabetta nella linea di successione dopo il principe Edoardo, benché fossero ancora ritenute illegittime.
Lieto fine?
Eh no, anche Caterina Parr è cacciata per eresia e tradimento, ma le viene risparmiata la vita, come anche a suo padre, semplicemente perché l’esecuzione è posticipata e nel mentre Enrico VIII muore.
Dunque, torniamo all’oggi.
I nostri due giovani studenti Tony Marlow e Lucy Moss stanno studiando la riforma della Chiesa Anglicana e le sorti delle sei moglie di Enrico VIII e hanno un’idea: Six.
Un musical, una rivisitazione moderna delle vite delle sei mogli di Enrico VIII d’Inghilterra presentate come un concerto pop. Ogni donna si ispira ad una cantante moderna e si sfidano a colpi di “sfortune” , cercando di dimostrare chi ha avuto la peggio con Enrico VIII.
Un musical che è una storia a matrioska, dalla storia dei due compagni di università, che per caso scrivono un spettacolo di successo, a quella delle singole moglie di Enrico VIII, tutte diverse tra loro e la stessa vicenda del sovrano inglese. E poi la diffusione virale delle canzoni del musical, nonostante la chiusura dei teatri e la voglia di vedere questo spettacolo presto e magari anche in Italia.
Tutte storie con un unico denominatore: la tenacia, la determinazione a non mollare, a continuare a camminare verso l’obiettivo, quel sogno da realizzare, che ciascuno di noi ha nel proprio cassetto, che sia un figlio, il successo o una condizione di vita.
Una determinazione che va oltre i divieti e gli ostacoli, quella che ci fa rialzare più forti di prima.
Sarah Pellizzari Rabolini
Fonte: WhatsOnStage, Trailer Six Il Musical
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