Su Netflix il nuovo film di Ryan Murphy tratto dal musical “The Prom”
Tutti pronti a ballare?
Una delle ultime aggiunte del catalogo di Netflix è il film “The Prom”, tratto dal musical dello stesso nome. Il musical vanta musica di Matthew Skylar e lyrics di Chad Beguelin, che avevano già lavorato insieme a “The Wedding Singer” e “Elf The Musical”. Beguelin ha anche scritto il libretto assieme al comico Bob Martin, basandosi su un concetto di Jack Viertel.
L’ispirazione per la storia nasce da un fatto di cronaca avvenuto nel 2010. Costance McMillen, una studentessa originaria di Fulton, in mississipi, aveva intenzione di portare al ballo di fine anno la sua ragazza. Questo le fu vietato, e il ballo fu interamente cancellato. Nonostante la denuncia della McMillen portò ad una condanna del distretto scolastico, il ballo non fu comunque ristabilito. In compenso la ragazza ricevette supporto da molte celebrità, incluso il gruppo Green Day, attraverso i social media. Queste personalità contribuirono a sponsorizzare un secondo ballo scolastico aperto a qualsiasi studente, indipendentemente dal loro orientamento.
Il musical, che ha debuttato ad Atlanta nel 2016 per poi spostarsi a Broadway nel 2018, riprende questa premessa. La vicenda viene però spostata in Indiana, stato americano dai valori ancora molto conservatori, roccaforte dei Repubblicani. La protagonista, Emma, vuole portare la propria fidanzata al ballo di fine anno. Supportata dal preside, deve scontrarsi con l’associazione Genitori-Insegnanti. Nello stesso momento quattro attori di Broadway la cui carriera sta andando in malora decidono di unirsi alla causa della ragazza per ottenere nuova fama.
“The Prom” ha avuto un riscontro positivo da parte dei critici, ricevendo 6 nomination ai Tony Awards. Non ne ha vinto nessuno, ma in compenso ha ottenuto un Drama Desk Award nella categoria “Miglior Musical”.
Tuttora quest’opera gode di grande amore da parte della comunità LBGTQ+.
L’esibizione del cast alla parata di Macy del giorno del Ringraziamento, nel 2018, divenne storica. Questo perché fu la prima nella storia della parata a presentare un bacio tra persone dello stesso sesso. Sul palco del Longacre Theatre, dove il musical andava in scena, è stato celebrato il 3 agosto 2019 il matrimonio tra due donne che avevano lavorato allo show. Infine, nel 2019 Saundra Mitchell ha scritto un libro a partire dalla vicenda narrata nel musical.
Il film “The Prom” è uscito su Netflix l’11 ottobre, appena sei giorni fa. Diretto da Ryan Murphy (creatore della serie cult “Glee”), ha dalla sua un cast stellare. Nei ruoli di Dee Dee Allen e Barry Glickamn, due attori reduci dal flop del loro ultimo progetto, abbiamo Meryl Streep e James Corden. Nicole Kidman ricopre la parte di Angie Dickinson, ballerina di fila che sogna il ruolo di Roxie Hart nel musical “Chicago”. Completa il gruppo di artisti sgangherati Andrew Rannells (che recentemente ha lavorato con Ryan Murphy in “The Boys in the band”). L’attore, nominato due volte al Tony Awards, interpreta Trent Oliver, laureato alla Julliard.
Completano il cast l’esordiente Jo Ellen Pellman nel ruolo di Emma, Keegan-Michael Key nella parte del preside Hawkins e Kerry Washington interprete di MS Greene, a capo dell’associazione genitori-insegnanti. In origine il ruolo di Alyssa Greene, fidanzata di Emma, doveva essere ricoperto da Ariana Grande. La parte è poi andata a Ariana DeBose, perché nel periodo di riprese era in corso il tour della cantante. La DeBose interpreterà Anita nell’adattamento di Steven Spielberg di “West Side Story”. In origine il ruolo di Sheldon Saperstein, manager di Dee Dee, doveva andare alla cantante Awkwafina in una versione genderswap. Anche in questo caso, per impegni della cantante, è stato necessario sostituirla con l’attore Kevin Chamberlin.
Il film si mantiene fedele alla struttura del musical. Alcune canzoni sono state ridotte rispetto alla loro controparte musicale. Ciò è particolarmente evidente nei due numeri “The Acceptance Song”, un’esibizione ridicola che Dee Dee e Trent mettono in scena per supportare Emma, e “You Happened”. Nell’album uscito in concomitanza al film sono inoltre presenti due nuove canzoni usate nei titoli di coda, “Wear your Crown” e “Simply Love“.
Lo stile registico di Murphy mantiene la grandiosità glamour che caratterizza tutti i suoi prodotti. I numeri musicali sono allegri e volutamente “over the top”, arricchiti da una tavolozza di colori ricchi e brillanti. Spiccano scene di coreografie di massa, in cui si mescolano al genere musical classico imput diversi, come la break dance. Merita in particolar modo menzione la scena finale del film, “It’s time to Dance”, una vera e propria esplosione di vitalità.
Gli attori protagonisti, pur non avendo esperienza diretta nel mondo del musical, hanno comunque un background che ha permesso loro di dare vita a buone interpretazioni canore.
Meryl Streep ha partecipato alla versione filmica di due musical, prima “Mamma mia” (e il suo sequel), poi “Into the woods”. Difficile immaginare una interprete più adatta per la diva narcisista Dee Dee. La sua interpretazione canora e attoriale è certamente uno dei punti alti del film.
“It’s not about me” è un numero in cui la vena divistica di Dee Dee esplode, in un’auto celebrazione incredibilmente stilosa. Un “difetto” della sua interpretazione è però il fatto che, mentre il suo personaggio dovrebbe risultare grottesco nella sua ricerca ossessiva di attenzione, risulta davvero difficile non prendere sul serio un’interprete come lei e non essere almeno parzialmente affascinati dal suo charme. La stessa Emma, che in questo numero sta venendo ridicolizzata davanti a studenti e insegnanti, sembra essere incredibilmente emozionata nel vedere la sua interpretazione.
James Corden, che aveva già lavorato con la Streep in “Into the woods”, è stato molto criticato, definito “stereotipato” nella parte dell’istrionico Barry. Mi sento di condividere almeno in parte questa valutazione: pur non essendo eccelsa la sua performance riesce tuttavia a trasmettere l’allegria contagiosa del personaggio, e convince soprattutto nelle parti drammatiche.
Nicole Kidman ha interpretato la protagonista nel musical “Moulin Rouge!”. Da allora ha partecipato ad altri progetti canori quali un duetto con Robbie Williams, “Somethin’ Stupid”, e ha interpretato Claudia Jenssen nel film tratto dal musical “Nine”. In questo film il suo personaggio risulta un po’ messo da parte, e decisamente molto più sottotono rispetto alla Angie del musical, energetica e sopra le righe. La Angie della Kidman è certamente più elegante e raffinata.
Il grande difetto della presenza di persone non professionalmente formate al musical però è la riduzione delle coreografie. Gran parte dei pezzi coreografati per i quattro protagonisti sono relativamente semplici, e Murphy cerca di girare attorno al problema con le sue riprese. I momenti più spettacolari dal punto di vista della danza sono certamente offerti dal cast di ragazzi. Il numero migliore del film da questo punto di vista è certamente “Love Thy Neighbor”, grazie allo sfruttamento dell’ambiente, il supporto del giovane cast e l’interpretazione di Andrew Rannells.
Non a caso Rannells è anche l’unico dei quattro protagonisti ad avere una formazione professionale nel campo del musical. insieme alla Streep è l’interprete che riesce ad ottenere di più dalla sua parte, abbracciando senza vergogna la caricatura vivente che è Trent.
La presenza di così tante star sembra mettere un po’ in difficoltà la protagonista esordiente: Jo Ellen Pellman, pur avendo una buona voce, in molti casi sembra essere messa da parte in una storia di cui dovrebbe essere lei la protagonista. In una scena emozionante come quella che chiude nel musical il primo atto, la macchina da presa non si concentra su lei ma sulla reazione dei quattro protagonisti.
Oltre a ciò anche la sua interpretazione risulta un po’ monocorde. Nel musical Emma parte come un personaggio più timido e riservato. L’approccio della Pellman sembra essere molto più propositivo dall’inizio della vicenda. Ad esempio prendiamo il numero “Just Breathe”. Le parole della canzone ci fanno intuire l’agitazione della ragazza in vista dell’incontro con l’associazione Genitori-Insegnanti (“Just breathe, Emma, Look at the crazy state you’re in”), ma l’interpretazione dell’attrice non lascia trasparire questo turbamento. La Emma del musical, alla fine della storia, anche grazie all’intervento degli attori (“One thing you’ve taught me is how much people enjoy a show”) passava dal non voler essere un simbolo a farsi promotrice di un evento non solo per sé stessa ma per tutti i ragazzi della comunità LGBTQ+. è lecito re interpretare un personaggio, ma in questo caso viene a mancare la sua evoluzione.
In generale, mi sento di consigliare “The Prom” per chi voglia vedere una pellicola disimpegnata, ma godibile. Non è un film capolavoro in nessun senso, ma non è neppure il peggior film tratto da un musical uscito negli ultimi anni (quella corona probabilmente spetta a “Cats”). La storia è prevedibile e soprattutto molto semplificata, L’eccessiva glamourizzazione della vicenda porta allo smorzamento di alcuni momenti drammatici in favore dell’esaltazione di quelli positivi. Oltre a ciò il “peso” del cast principale porta talora ad un oscuramento delle linee narrative dedicate ad Emma e alla sua scuola.
Ma alle volte forse il disimpegno e la semplicità sono quello di cui tutti noi abbiamo bisogno. In un momento storico come quello in cui viviamo fa bene, ogni tanto, rifugiarsi in una fantasia positiva e colorata. E “The Prom” è decisamente il film adatto per passare due ore di leggerezza, con buone interpretazioni, una regia pulita (anche se con alcune minuscole imprecisioni) e soprattutto canzoni allegre. E chissà, per alcuni potrebbe anche essere una buona occasione per approcciarsi per la prima volta al musical omonimo.
Silvia Strambi
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