Musica: Tom Kitt
Liriche e Libretto: Brian Yorkey
Debutto ufficiale: Broadway, 2008
“Next to Normal” è un moderno musical rock del tutto originale. Non è basato su nessun libro ne opera pregressa.
Lo spettacolo si apre mostrando al pubblico una tipica famiglia americana: i Goodman. Diana è la moglie di Dan e la madre di Natalie e Gabe. Sta aspettando il ritorno a casa del figlio maggiore, ma pian piano ci si accorge che, ciò che apparentemente sembrava normale, in realtà non lo è affatto. Con l’incalzare delle scene emerge sempre più chiaramente un disagio familiare che ha come centro il disturbo bipolare di Diana. Vediamo così tutti i tentativi di cura della donna. Sedute e terapie con diversi psichiatri che tentano di entrare nella mente di Diana per alleviare i suoi disagi. Purtroppo però la lotta contro la malattia sembra essere troppo dura e senza speranze. Questo ovviamente si ripercuote sulle vite di tutti i familiari, in particolare della figlia Natalie, che per evadere dalla situazione familiare inizia ad assumere droghe, mettendo a rischio la sua relazione con Henry.
Nonostante le difficoltà sembrino insormontabili, i membri della famiglia riusciranno in qualche modo ad andare avanti e a tornare ad una propria “normalità”.
Un musical spettacolare che riesce a trattare con estrema maestria tematiche difficili e troppo spesso ignorate. Vediamo in scena la malattia mentale, i precari equilibri familiari, l’abuso di sostanze, il suicidio… Non era senz’altro un compito facile, specialmente per un prodotto rivolto al pubblico di Broadway!
E invece la potenza della musica di Tom Kitt, insieme all’intelligenza del libretto di Brian Yorkey, riescono a colpire nel segno. Questo anche grazie a numerose revisioni del testo e dello spettacolo in toto: inizialmente doveva intitolarsi “Feeling Eletric”, titolo mantenuto fino alla versione workshop. Fu poi rimosso, insieme all’omonimo brano, perché ritenuto troppo indelicato e irrispettoso nei confronti delle tematiche trattate. Infatti nella sua prima stesura erano presenti molte scene umoristiche che però poco si amalgamavano con quelle drammatiche e che alla lunga apparivano invadenti. Dopo la versione Off-Broadway, i passaggi più “leggeri”, vennero via via asciugati, tanto che la versione Broadway definitiva risulta senz’altro più drammatica, ma anche più efficace nello smuovere l’animo e la coscienza degli spettatori.
Nel caso di questo spettacolo, uno dei miei preferiti in assoluto, mi riesce difficile consigliarvi qualche brano, anche perché, tutti insieme narrano una storia unica, completa. Ogni tema musicale ricorre nel momento giusto e completa gli altri… credo sia proprio un capolavoro nella sua globalità. Ma se proprio dovessi sceglierne una su tutte, allora vi consiglierei “I Miss The Mountains” con l’interpretazione da pelle d’oca di Alice Ripley (la Diana originale) che vinse anche un Tony Award come miglior protagonista.
Trovate anche la registrazione del cast italiano, produzione STM in collaborazione con la compagnia della Rancia, e se fossi in voi non me la perderei per nessun motivo.